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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2013 alle ore 15:03.

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Ho riletto "Capitani coraggiosi" di Rudyard Kipling. Non ditemi che il protagonista è Harvey Cheyne junior, il moccioso figlio del magnate americano che in questa avventura impara a diventare uomo. Questo ragazzino impertinente trova la sua giusta collocazione nella storia raccontata da Kipling nella figura di Disko Troop, il capitano della We're here, il peschereccio che lo raccoglie dal naufragio.
In Troop è possibile individuare alcune caratteristiche tipiche di un vero imprenditore. E' lui, ovviamente, a scegliersi l'equipaggio. Sa attorniarsi delle persone giuste, quelle di cui si può fidare. Harvey junior si è stampato nella mente una frase di Disko: "Dice che ‘le persone dello stesso sangue devono restare unite'. Il suo equipaggio gli è sempre stato fedele. Dice che è per questo che ha pescato così tanto".

Disko sa essere severo ma anche magnanimo verso tutti, come un buon padre di famiglia, anche verso chi si caccia sempre in qualche guaio. Ma soprattutto, ognuno, ai suoi occhi e alla sua guida solida e ferma, ha un ruolo che ben si integra con gli altri. Disko Troop è un vero imprenditore del mare che sa capire dove va il "mercato". Per lui il mercato è il pesce. E' lui che sa interpretare dove e come sarà possibile pescare il maggior numero di merluzzi, perché sa entrare, per così dire, nella loro testa, tra la calde correnti del Golfo e quelle fredde del Nord, tra la nebbia che improvvisamente si abbassa e le giornate di tempesta o durante il vento o nelle giornate piene di sole e di lucentezza.

E allora dobbiamo leggere ancora una volta questa pagina che descrive il capitano della We're here attraverso lo sguardo del figlio Dan, coetaneo di Harvey junior:
"Disko Troop fumava accanto alla copertura della cabina, un occhio rivolto alle barche lì intorno, l'altro alla piccola bandiera in testa all'albero maestro.
Quando papà fuma in quel modo – spiegò Dan a bassa voce - vuol dire che sta pensando a qualcosa di importante per tutto l'equipaggio. Tra non molto getteremo l'ancora. Papà conosce i merluzzi, e tutti i pescatori della flottiglia sanno che è così. Non vedi come si avvicinano, uno alla volta? Fanno finta di niente, naturalmente, ma non ci perdono d'occhio (…). Quando papà fa quei piccoli cerchi di fumo, vuol dire che sta studiando il pesce. Se gli parlassimo in questo momento, si arrabbierebbe da morire. L'ultima volta che l'ho fatto, mi ha tirato addosso lo stivale".

Disco Troop guardava davanti a sé, la pipa tra i denti, gli occhi fissi nel vuoto. Come aveva detto suo figlio, stava studiando il pesce, opponendo la sua conoscenza ed esperienza dei Banchi a un merluzzo che scorrazzava tranquillo nel proprio mare. Accettava la presenza delle golette, che si aggiravano curiose all'orizzonte, come un riconoscimento delle proprie capacità. Ma ora che quel tributo gli era stato pagato, voleva allontanarsi e gettare l'ancora indisturbato, finché non fosse giunto il momento di risalire fino al banco Vergine e pescare tra i canali di quella rumorosa città sull'acqua. Disko Troop pensò a come era stato il tempo in quei giorni, alle tempeste, alle correnti, alle riserve di cibo, a tutte le cose inerenti alla vita della nave, assumendo il punto di vista di un merluzzo di venti libbre, di cui assunse anche l'aspetto".

Se così si potesse dire di ogni imprenditore…
Il "capitano coraggioso" Disko Troop rispetta tutti i suoi concorrenti, ma sa che il business in mare è fatto di concorrenza e deve trovare il modo per finire le scorte di sale per la conservazione del pesce prima di qualunque altra goletta. Così potrà rientrare sulle coste di Gloucester e vendere per primo, e al miglior prezzo, tutto il pescato. E infatti è proprio lui ad arrivare primo e a fare business. Disko è sì un capitano coraggioso, ma il suo e quello del suo equipaggio non è il semplice coraggio ci chi sa navigare in acque che in decenni di pesca tra 800 e 900 hanno fatto circa 10mila vittime! Il suo non è solo il coraggio di chi sa fronteggiare tempeste, paurose anche ai giorni nostri, come quelle raccontate nel film "La tempesta perfetta", di Wolfgang Petersen, con George Clooney. Il suo, soprattutto, è il coraggio di chi sa, pipa in bocca e cervello in movimento, prendere decisioni in solitaria e assumersi responsabilità, come quella, persino, di educare un ragazzino capitatogli tra capo e collo come Harvey, e di introdurlo alla realtà vera. Proprio come lui sa fare con il figlio Dan, mozzo della We're here.

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