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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2013 alle ore 10:16.
L'ultima modifica è del 17 dicembre 2013 alle ore 10:17.

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Joan Fontaine (Ap)Joan Fontaine (Ap)

A poche ore dalla scomparsa di Peter O'Toole, ci lascia un'altra leggenda di Hollywood: Joan Fontaine, protagonista di alcune delle più importanti pellicole di Alfred Hitchcock, è deceduta a 96 anni nella sua residenza in California per cause naturali.
Nata a Tokyo nel 1917 (il padre era un avvocato britannico che lavorava in Giappone), Joan Fontaine inizia a studiare recitazione con il regista teatrale Max Reinhardt, prima di esordire sul grande schermo nel 1935 con «No More Ladies» di Edward H.Griffith.

Negli anni successivi lavora con registi di alto livello come George Stevens («Una magnifica avventura» del 1937) e George Cukor («Donne» del 1939) ma la grande svolta alla carriera arriva dopo il provvidenziale incontro con il maestro del brivido: Hitchcock la dirige in «Rebecca, la prima moglie» (1940) e ne «Il sospetto» (1941), arrivando a farle vincere, con quest'ultimo, il premio Oscar come miglior attrice.
Il successo ottenuto la rende una delle interpreti hollywoodiane più importanti e richieste del periodo: nel 1943 arriva la terza e ultima nomination agli Oscar (la prima fu per «Rebecca, la prima moglie») con «Il fiore che non colsi» di Edmund Goulding.

Tra i registi che la diressero nella seconda metà degli anni ‘40 si possono ricordare nomi del calibro di Robert Stevenson («Jane Eyre» del 1943), Billy Wilder («Il valzer dell'imperatore» del 1948) e Max Ophuls («Lettera da una sconosciuta» del 1948).
Nel decennio successivo la troviamo ancora protagonista in diverse produzioni di spicco (da «Ivanhoe» di Richard Thorpe del 1952 a «L'alibi era perfetto» di Fritz Lang del 1956) ma il suo volto non è più sotto l'occhio dei riflettori come un tempo.
Dagli anni '60 agli anni '90, mentre la sua bellezza raffinata inizia a sfiorire, lavora soprattutto per il piccolo schermo, recitando sporadicamente in alcuni film per la tv e apparendo come guest star in diverse serie televisive: nel 1980 ottiene una nomination all'Emmy per un breve ruolo nella soap «Ryan's Hope». Nel 1994, a 79 anni di età, annuncia il ritiro ufficiale dalle scene.

È stata sposata quattro volte: la prima con l'attore Brian Aherne, l'ultima con Alfred Wright Jr., dal quale ha divorziato nel 1969.
Nel 1978 è uscita la sua autobiografia, «No Bed of Roses», in cui racconta il controverso rapporto con la sorella Olivia de Havilland (il vero nome di Joan Fontaine era Joan de Beauvoir de Havilland), di un anno più grande di lei e ancora in vita.
Durante la notte degli Oscar del 1942, Joan Fontaine soffiò la statuetta alla favorita Olivia, candidata per «La porta d'oro» di Mitchell Leisen, dando il via a una rivalità ampiamente cavalcata dai media, ma autentica e duratura nel tempo.
Le due non si parlarono per decenni e, a tal proposito, l'attrice de «Il sospetto» scrisse: «Adoro, rispetto e mi piace mia sorella, ma non cerchiamo la nostra compagnia reciproca. Siamo l'opposto».
Infine, da menzionare una sua storica battuta rivolta a chi le chiedeva cosa l'avesse spinta a diventare un'attrice: «Faccio i film perché mi piace poter avere un buon tavolo quando vado ai nightclub e perché amo viaggiare».

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