Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2013 alle ore 13:40.

Nella produzione di un grande narratore ci sono ovviamente opere che lasciano il segno e magari chiedono al lettore un certo impegno, ma c'è anche spazio per piccole gemme, divertissement letterari all'interno dei quali distillare gocce della propria poetica fino a renderla assimilabile a tutti.
Rientra in quest'ultima categoria «La festa dell'insignificanza», ritorno al romanzo di Milan Kundera pubblicato in Italia in anteprima mondiale da Adelphi. Non vi aspettate un romanzo fondamentale, quanto possono esserlo le prove narrative maggiori dello scrittore ceco naturalizzato francese: quello che va in scena nello spazio di appena 128 pagine è un perfetto teatrino della caducità umana, una rappresentazione più o meno colorata nella quale persino le questioni capitali per la vita di ciascun uomo sono ridotte a inezie.
La ribalta è rappresentata da una Parigi insolitamente assolata, tra le vie del centro e i giardini di Lussemburgo: si incrociano qui i destini dei personaggi, numerosissimi in proporzione a un'opera così circoscritta, quasi tutti intellettuali borghesi, quasi sempre affermati. Alain, D'Ardelo, Charles, Caliban sembrano vagare come anime in pena nella metropoli alla ricerca di un brandello di senso: c'è chi si interroga su quanto siano cambiate l'estetica e la morale negli ultimi cinquant'anni; chi ha scongiurato lo spettro di una malattia terminale ma s'inventa malato lo stesso, soltanto per vedere l'effetto che fa; chi si esercita a mettere in relazione verità e finzione; chi non riesce a liberarsi del marchio di figlio non desiderato. Spesso e volentieri si tratta di profili poco caratterizzati - per non dire abbozzati - che servono al romanziere da strumento per regalare al lettore divagazioni, aforismi, aneddoti - quelli sì - indimenticabili.
Da antologia la quasi lezione accademica sulle ragazze che mostrano l'ombelico, per non parlare dei racconti semi-seri sul sadismo con cui Stalin arringava i membri del suo consiglio supremo, quasi a cercare prova continua della stupidità cui è costretto l'essere umano sottomesso. Tutto culmina in una festa chic, perfetta passerella di personaggi irrisolti che serve a risolvere il teorema della suprema insignificanza della vita. Che - ci suggerisce Kundera - continua ben oltre le 128 pagine di questo agile romanzo.
Milan Kundera - La festa dell'insignificanza - Adelphi - Euro 16-pp. 128
©RIPRODUZIONE RISERVATA