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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2013 alle ore 13:17.
L'ultima modifica è del 27 dicembre 2013 alle ore 17:25.

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Sono film come Piovono Polpette 2 che ti fanno benedire l'animazione moderna. Quella che con leggerezza e intelligenza unisce storie divertenti a istanze di profondo cambiamento, che mette personaggi un po' folli dentro temi enormi, rendendoli accessibili a tutti.
Non siamo in presenza, certo, di un capolavoro come il vecchio Fantasia o il moderno Wall-E, ma di un film pieno di ritmo, umorismo, affettuosa arguzia e epica umanità. Perché, a volte, la voglia di un ragazzo di prendersi quello che merita e di scoprire ciò che ha già fatto, magari senza accorgersene, può cambiare il mondo. O anche solo salvarlo.

Piovono polpette 2 ha un giovane scienziato goffo che idolatra un vecchio sapiente particolarmente abile. Ha un mondo moderno e vuoto e un'isola piena di strani mostri, incroci tra cibo e animali. In questo film tutto sembra chiaro: chi sono i buoni e chi i cattivi, chi deve sopravvivere e chi no. Poi, però, ci si trova di fronte al lato b della storia, quello vero – almeno nella mente di chi lo ha scritto – e succede ciò che nelle favole migliori avviene: i buoni si dimostrano diversi, i cattivi ci mostrano il loro lato migliore. E nel frattempo il divertimento è tanto, perché ogni scoperta, in questa bizzarra animazione d'avventura con la struttura di un Jules Verne improbabile, ha il sapore di una novità irrinunciabile. Che sia il grottesco meticciato di un hamburger ferocissimo o la dinamica affettiva di un gruppo d'amici fatto di outsider. Uomini contro cibi animali che richiamano la fantascienza di Jurassic Park, per intenderci.

Certo, forse questo secondo capitolo rispetto al primo è meno dirompente e persino inferiore nel suo anticonformismo, ma si pone l'obiettivo di un ambientalismo anticonsumista intelligente, di un'educazione all'alimentazione tanto elementare quanto efficace. Chiude in modo brillante il discorso aperto nell'opera precedente: là tutto il cibo era minaccioso, eccessivo, invadente e invasivo, qui lo rimane a lungo, finché non si intuisce che va rispettato, così come la natura, per viverlo con la massima armonia. Una metafora acuta dell'Occidente e del suo rapporto con questo bene primario: di paura e spreco, di sofisticazione a fine di lucro e di dolore, perché anche il cibo sa vendicarsi.

Un Super Size Me senza eccessivi moralismi, senza autosperimentazioni, ma con la capacità di andare oltre, di creare immagini spaventose e poi concilianti con la sola forza di una fantasia senza freni visivi.
Il resto è tutto gag e irriverenti adattamenti: l'unico "cattivo" assomiglia vagamente a uno Steve Jobs più anziano, il potere è nella sua multinazionale tanto affascinante quanto cinica. Questo film è tutto così: un quadro complessivo solido e avvincente, tanti piccoli dettagli irresistibili e in alcuni casi sorprendenti, soprattutto nell'interpretazione che se ne può trarre.
Un lavoro ben fatto Piovono Polpette 2, come un panino con i giusti ingredienti dosati con il massimo equilibrio tra gusto e quantità.

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