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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 18:02.
L'ultima modifica è del 03 gennaio 2014 alle ore 18:03.

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Una scena tratta dal film "American Hustle"Una scena tratta dal film "American Hustle"

Il nuovo anno sul grande schermo si apre sotto il segno di David O.Russell, Christian Bale, Amy Adams e Jennifer Lawrence, rispettivamente regista e interpreti di «American Hustle», il film più atteso e importante del weekend in sala. Deludono, senza possibilità di appello, gli altri titoli in uscita: «The Butler» di Lee Daniels e «Un boss in salotto» di Luca Miniero.

Forte di sette nomination ai Golden Globe, «American Hustle» si propone a buon diritto tra i grandi favoriti nella corsa ai prossimi premi Oscar.
Ispirato a eventi reali, il film è incentrato sull'operazione Abscam, voluta dall'Fbi alla fine degli anni '70 per indagare su alcuni membri del congresso degli Stati Uniti: Irving Rosenfeld, noto truffatore finanziario, si trovò costretto, insieme alla sua compagna, a collaborare fianco a fianco con l'agente federale Richie DiMaso.
Presentato in anteprima al Dubai International Film Festival, «American Hustle» conferma pregi e difetti del cinema di David O.Russell: a una regia solida e ben strutturata si affianca una sceneggiatura altalenante (scritta a quattro mani con Eric Singer), dove i passaggi a vuoto sono superiori ai momenti da ricordare.
Anche a causa dei toni leggeri, il film si trasforma presto in una commedia degli equivoci e in un divertissement che non può ambire a sviluppare una riflessione storica sul periodo di riferimento.

Ottima performance di Christian Bale e Amy Adams (entrambi intensi dal primo all'ultimo minuto nei panni di Irving Rosenfeld e della sua compagna) che dovrebbero dare qualche consiglio professionale all'inconsistente Bradley Cooper (Richie DiMaso).
Una storia vera è anche quella ripresa da «The Butler», ultima pellicola di Lee Daniels con protagonista Forest Whitaker.
L'attore interpreta Eugene Allen (nel film il nome è stato modificato in Cecil Gaines), maggiordomo di colore che ha lavorato alla Casa Bianca per più di trent'anni, dal 1952 al 1986, prestando servizio per otto diversi presidenti, da Harry Truman a Ronald Reagan.
Dopo il sopravvalutato «Precious» (2009) e il mediocre «The Paperboy» (2012), Lee Daniels dimostra nuovamente tutti i suoi limiti registici, non riuscendo ad amalgamare nel modo giusto i tanti ingredienti a disposizione.

«The Butler» manca infatti dell'adeguato respiro storico che si richiede a una pellicola di questo tipo: il film si concentra sulla vicenda del protagonista, nato in una piantagione di cotone, risultando superficiale e pressappochista dal punto di vista sociale e politico.
La messinscena di Daniels (s)cade spesso nella facile retorica e nemmeno il pur bravo Forest Whitaker riesce ad alzare il livello di un copione didascalico e monocorde.
Non fa di meglio Luca Miniero con «Un boss in salotto», con cui si augura di ripetere il successo al botteghino di «Benvenuti al nord» e «Benvenuti al sud».
Protagonista è Cristina, una donna raffinata e pignola, che nasconde la sua origine napoletana e vive con la sua famiglia "perfetta" in un piccolo centro del Nord Italia. Quando un giorno viene convocata in questura, scopre che suo fratello Ciro, implicato in un processo di camorra, ha chiesto di poter trascorrere gli arresti domiciliari da lei: costretta ad accettare, Cristina cercherà faticosamente di mettere ordine nella nuova situazione familiare.

Aperto da alcune interessanti soluzione registiche, «Un boss in salotto» perde molto presto lo slancio iniziale diventando sempre più scontato e insapore col passare dei minuti.
Il copione è certamente più delicato e meno volgare rispetto alla media delle commedie italiane uscite durante le feste, ma non può bastare a rendere convincente un film grossolano, che si accontenta di battute poco divertenti e di colpi di scena più che prevedibili.
In un cast decisamente sottotono (da Rocco Papaleo, nella parte di Ciro, a Luca Argentero in quella del marito di Cristina), l'unica prova attoriale davvero credibile è quella di Paola Cortellesi nei panni di Cristina.

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