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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2014 alle ore 10:29.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 11:23.

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Un omaggio al fumettista, regista, sceneggiatore, storyboarder (tra gli altri per Francis Ford Coppola e Martin Scorsese) e insegnante Paolo Morales che ci ha lasciato proprio un anno fa. La storia ha gli occhi semplici è la piccola mostra che rimarrà allestita nello spazio di via di Montegiordano 59, presso piazza Navona a Roma, dal 17 al 23 gennaio. È un saluto dei suoi amici che hanno scelto di esporre oltre 60 tavole originali per lo più di Martin Mystèr, il fumetto edito da Bonelli che Paolo disegnò per vent'anni.

C'è la sua prima storia I prigionieri del Ciberspazio, il suo ultimo lavoro più autoriale, sempre per Bonelli, inserito nell'albo "Le storie" dal titolo Ritorno a Berlino, e il racconto inedito Cogito, ergo… sum? in cui l'autore/disegnatore, all'età di 24 anni, si autoritrae mentre scorre il tempo di una giornata tipo quando ancora viveva in via Fani con i genitori.
Morales non era un semplice fumettista, era un talento dalle mille virtù influenzato dalla cultura alta e pop. Gli piaceva sintetizzare i due estremi, non importava con quale medium. "E' il nostro Hugo Pratt, ma con meno intellettualismi", afferma Stefano Santarelli, amico e cofondatore, insieme a Paolo & co., della Scuola romana dei fumetti. A proposito, in questa occasione è stata presentata una borsa di studio della scuola, intitolata proprio Morales, che coprirà l'intero corso di studi a uno studente meritevole.
"Questa esposizione è il primo gradino per un'analisi più analitica dell'opera di Morales", afferma il curatore e amico Giovanni Garroni. Infatti ci sarebbe piaciuto vedere qualche schizzo degli storyboard de Il padrino parte III o di Gangs of New York, ma anche i disegni realizzati per una trentina film diretti, tra gli altri, da Paul Schrader, Michael Hoffman, Giuliano Montaldo e Giacomo Campiotti che descrive così Morales: "Lavorare per lui era sempre una gioia, aveva la capacità di godere di tutto quello che faceva. E poi era un perfezionista. Non si accontentava mai".

Nell'ultima sala del piccolo spazio espositivo ci catturano le uniche tavole a colori della mostra, sono quelle del fumetto Only Yu, realizzato insieme a Santarelli per la rivista L'intrepido, fu uno dei suoi primi lavori pubblicati. Poi l'occhio cade su un video in cui l'artista parla di storyboard e su una chicca: un ritratto di Jimi Hendrix. Non è un caso che sia lì tra le tavole che hanno forgiato la sua vita professionale. Paolo era anche un musicista, suonava la batteria. Le note rientrano a pieno titolo nella sua ricerca della narrazione semplice, emozionante e scorrevole. Tutto doveva fluire come su uno spartito.
Paolo Morales. Las storia ha gli occhi semplici
17-23 gennaio
Spazio di via Montegiordano 59

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