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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2014 alle ore 18:49.
L'ultima modifica è del 31 gennaio 2014 alle ore 19:02.

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Statua di Afrodite - (Scuderie del Quirinale - Olycom)Statua di Afrodite - (Scuderie del Quirinale - Olycom)

Un frammento di papiro del III secolo ha permesso di rivelare due poesie di Saffo mai viste prima d'ora. A compiere la scoperta è stato lo studioso Dirk Obbink, dell'università di Oxford, che ha ricevuto da «un anonimo collezionista» il frammento su cui erano custodite le opere. Della grande poetessa greca, vissuta sull'isola di Lesbo tra il VII ed il VI secolo a.C. rimaneva fino ad oggi pochissimo.

In particolare, secondo quanto riporta nella sua versione online l'enciclopedia Treccani, «soltanto un'ode intera, un'altra mutila alla fine ampî frammenti spesso di lettura difficilissima e disperata, ritrovati in gran parte nelle scoperte papirologiche recenti; molti altri frammenti, di uno o due o pochissimi versi, sono conservati da citazioni di grammatici e metricologi antichi».

Come ha spiegato Obbink al Times, in una delle due poesie si parla di Carasso e Larico, considerati da alcune fonti come i fratelli di Saffo. E questa sarebbe la prima volta che in un suo componimento vengono citati i loro nomi. Mentre la seconda poesia è una sorta di ode ad Afrodite, la divinità greca dell'amore.

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