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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2014 alle ore 21:05.

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A Berlino è buona la prima: «The Grand Budapest Hotel» di Wes Anderson, scelto come titolo d'apertura della 64ª edizione della kermesse tedesca, non ha deluso le altissime aspettative della vigilia.
Dopo aver inaugurato il Festival di Cannes 2012 con l'ottimo «Moonrise Kingdom», Wes Anderson si conferma la scelta migliore per dare il via a una manifestazione internazionale così prestigiosa.

Protagonista della sua nuova pellicola corale è il leggendario concierge di un grande albergo mitteleuropeo, Monsieur Gustave (interpretato da Ralph Fiennes), che conosce segreti, vizi e virtù dei suoi eccentrici clienti.
Tra questi, la stravagante Madame D. (Tilda Swinton), anziana signora elegante e capricciosa che decide di lasciargli in eredità un prezioso dipinto del Rinascimento, fonte di invidie e di imprevisti.
Era il 2001 quando Wes Anderson partecipò per la prima volta al Festival di Berlino con «I Tenenbaum», il suo terzo lungometraggio, dimostrando a tutto il mondo il suo talento fatto di colori pastello, inquadrature perfettamente simmetriche e raffinate scelte musicali.

Gli anni sono passati ma il regista, nato a Houston il primo maggio del 1969, continua a sorprendere e stupire con pellicole sempre originali e impossibili da classificare.
Ambientato negli anni '30 del ‘900, «The Grand Budapest Hotel» è un grande omaggio al cinema europeo di quel periodo, con riferimenti autoriali che vanno dal francese Jean Renoir ai tedeschi Max Ophüls ed Ernst Lubitsch.

Arrivato alla sua ottava pellicola, Anderson continua a proporre con coerenza le tematiche e le scelte stilistiche che hanno contraddistinto la sua intera carriera: personaggi ironici e sgangherati fanno parte di un grande carosello dove le immagini e i suoni (splendida partitura musicale di Alexandre Desplat) danzano armoniosamente.
Se nella maggior parte dei precedenti lavori del regista vi era sempre al centro una famiglia, anche in «The Grand Budapest Hotel» è in scena un ampio e complesso nucleo familiare sui generis, composto dallo staff dell'elegante struttura che dà il titolo al film.
All'interno di un cast stellare (da Edward Norton a Saoirse Ronan, passando per Jeff Goldblum, Jude Law e Adrien Brody), una menzione speciale per la divertenti performance di Willem Dafoe e di Harvey Keitel.

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