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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2014 alle ore 09:53.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2014 alle ore 12:46.

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C'è stato un tempo in cui l'industria ispirava l'arte. Per questo grandi fotografi hanno deciso di fermare il lavoro in immagini senza tempo. Alla Gallery Mast di Bologna, uno spazio voluto da Isabella Seràgnoli presidente di Coesia Group, la mostra "I Mondi Industriali" una selezione immagini di fotografia industriale della Collezione Mast, curata da Urs Stahel. 243 opere, 46 fotografi internazionali per raccontare 150 anni di sviluppo industriale. In questi anni in cui la crisi tocca imprenditori e dipendenti una raccolta sensibile per ricordare l'importanza dell'industria nel cambiamento sociale, il lavoro come valore inscindibile della dignità umana.

Non è un caso che proprio in questi anni di chiusura delle imprese, di delocalizzazione dei processi produttivi si sia ridato uno sguardo profondo al reportage industriale, riscoprendo foto che documentano il mondo delle fabbriche, immagini ignorate per decenni, relegate negli scaffali della documentazione aziendale. Il percorso della mostra si apre con la sezione "Lavoro e Lavoratori". La catena di montaggio alla Renault, uomini, donne dai volti attenti. E' uno sguardo rispettoso quello che Robert Doisneau incontra in "Atelier de montage des moteurs", l'immagine viene scattata nel 1938, qualche anno dopo l'artista si licenzia e diventa il fotografo delle banlieue di Parigi. E' il 1908 quando Lewis Wickes Hine entra in una filanda di cotone a Dillon, nel South Carolina, osserva una ragazza con lungo camice e i capelli raccolti secondo la moda dell'epoca, sciogliere i nodi alle matasse di filo. Ecco l'Alabama dopo la crisi del 1929; Walker Evans l'immortala nel 1936 con la sua camera in " Sell Mill and Workers'homes" . Il teatro della produzione industriale è visto attraverso immagini contrapposte, dall'inizio dell'era tecnologica fino ad oggi, nella sezione: "Aree e Impianti Industriali".

Dai cargo multicolor di Harry Gruyaet alle ciminiere attive e fumanti di Margareth-Bourke White del 1939. Misterioso lo spazio dedicato a "La luce e il buio" per riscoprire la fabbrica piena di vita e di operai del passato, e gli ambienti asettici e luminosi dei nostri tempi di cui l'emblema è il palazzo in bianco e nero di Naoya Hatekeyama. Come in un gioco geometrico le foto appaiono nello spazio " Visibile e Invisibile": macchinari imponenti stridono con enigmatici strumenti di produzione moderna. Chiude la mostra tutto ciò che rende contemporaneo il processo di produzione industriale: "Flussi di energia di merce e dati". Il dialogo fra l'uomo e la macchina continua.

I mondi industriali - 014 A cura di Urs Stahel, Mast- Bologna. Via Speranza n. 40/42
Fino al 30 marzo
Orari: martedi-sabato ore 10-19. www.mast.org

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