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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2014 alle ore 19:44.

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George Clooney delude Berlino: «The Monuments Men», titolo tra i più attesi della kermesse tedesca di quest'anno, non ha soddisfatto le altissime aspettative della vigilia.
Diretto e interpretato dal celebre attore statunitense, il film racconta la vera storia di un gruppo di esperti d'arte, arruolati dall'esercito americano nel corso della seconda guerra mondiale per recuperare e preservare alcune importanti opere europee, difendendole dalle mani di Hitler e dei nazisti.

Tratto dall'omonimo libro di Robert M. Edsel, «Monuments Men» potrebbe essere definito una sorta di «Ocean's Eleven» ambientato ai tempi della seconda guerra mondiale: i toni sono spesso grotteschi e troppo leggeri, tanto da rendere superficiale l'importante soggetto che vi è alla base.
Clooney fatica a trovare il giusto registro narrativo e la sua messinscena (s)cade continuamente in momenti retorici e in sequenze ridondanti.
Nemmeno il cast all-star funziona come dovrebbe: l'unica a salvarsi è Cate Blanchett mentre Matt Damon, Jean Dujardin e Bill Murray si limitano a svolgere il loro compitino senza mai riuscire ad alzare il livello della pellicola.
Nel 2005, Clooney presentò a Berlino la sua opera seconda «Good Night and Good Luck»: a oggi rimane l'unico film davvero degno di nota di una carriera registica fatta di pochi alti e di tanti bassi.

Poco convincente è anche «Yves Saint Laurent», un biopic sul grande stilista francese, diretto da Jalil Lespert.
La pellicola si apre nel 1957 quando, alla morte di Christian Dior, il talentuoso ventunenne Yves Saint Laurent diventerà il capo di una delle più importanti case di moda del mondo.
Scelto come titolo inaugurale della sezione Panorama, il film racconta in maniera tradizionale e schematica il percorso, esistenziale e professionale, del protagonista, ponendo particolare attenzione al rapporto con il suo socio e compagno Pierre Bergé.
Arrivato al suo terzo lungometraggio, Lespert realizza un prodotto patinato e ricco di cliché che non riesce mai a coinvolgere come vorrebbe.

Tra gli attori, decisamente meglio Guillaume Gallienne (Pierre Bergé) dell'insipido Pierre Niney (Yves Saint Laurent), incapace di tratteggiare adeguatamente le diverse sfumature di un personaggio tanto affascinante e controverso.
Infine, una menzione pienamente positiva per «Snowpiercer» del sudcoreano Bong Joon-ho. Inserito nel Forum, il film è ambientato in un futuro prossimo dove la Terra ha subito una nuova era glaciale. Gli unici sopravvissuti vivono confinati in un treno rompighiaccio che attraversa perpetuamente il globo.
Ispirato al fumetto «Le Transperceneige» del francese Jean-Marc Rochette, «Snowpiercer» è una potente riflessione filosofica sulla convivenza tra gli esseri umani, arricchita da spettacolari effetti speciali e da tempi di montaggio perfetti.
Cast internazionale in ottima forma: dall'inglese Tilda Swinton all'americano Ed Harris, fino al sudcoreano Song Kang-ho.
Ne sentiremo ancora parlare molto presto: «Snowpiercer» uscirà nelle sale italiane giovedì 27 febbraio. Da non perdere.

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