Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2014 alle ore 13:02.
L'ultima modifica è del 13 febbraio 2014 alle ore 13:36.

My24

Ad aggiudicarsi le ultime edizione di Sanremo sono stati, quattro volte su cinque, «prodotti» da talent show televisivo? Nessun problema: Fabio Fazio sa come si fa a raddrizzare l'asticella della qualità musicale del Festival della canzone italiana verso la tacca del buongusto.
Dopo aver, l'anno scorso, cambiato in profondità il regolamento così da limitare il ruolo del televoto a vantaggio dalla giuria di qualità (senza riuscire comunque a scongiurare la vittoria di Marco Mengoni, già campione di X Factor), quest'anno il conduttore-direttore artistico con la sua inseparabile squadra di autori punta tutto sulla cantautoralità. Degli ospiti nazionali ed esteri, della serata amarcord stavolta in partnership con il Club Tenco e ovviamente dei Big in gara.
L'ospite più atteso dell'edizione, senza girarci troppo intorno, è Luciano Ligabue, cantautore sì, ma in salsa rock, per la prima volta di rotta sull'Ariston. Il suo sarà un vero e proprio mini-show articolato intorno alle canzoni di «Mondovisione», ultimo album che, pur essendo uscito a fine 2013, si è imposto rapidamente come disco dell'anno. Il 14 febbraio coincide con l'uscita del nuovo singolo «Per sempre», lanciato da un video proiettato, sempre nel giorno di San Valentino, in 447 sale cinematografiche del circuito Uci Cinemas. E qui c'è lo spirito di «Che tempo che fa», c'è Fazio che non si smentisce mai: nessuno è bravo quanto lui a intercettare ospiti illustri che abbiano un disco, un film, un libro o un corso di meditazione trascendentale da presentare. Se poi danno un'iniezione di qualità allo show, tanto meglio.

Iniezione di cantautoralità
Quanto alla gara, quest'anno sette concorrenti su 14 sono ascrivibili alla categoria cantautori. C'è la vecchia guardia, rappresentata da Ron, storico collaboratore di Lucio Dalla, e dal figlio d'arte Cristiano De André; la generazione di mezzo che partì alternativa e arrivò integrata con Francesco Renga; c'è chi continua a non disdegnare le suggestioni indie come il rapper Frankie Hi Nrg e Riccardo Sinigallia, due che tra l'altro spesso e volentieri hanno diviso la scena; ci sono i giovani, che preferiscano prendersi sul serio come il jazzista Raphael Gualazzi o meno come l'autoironico Renzo Rubino. Per contro, nell'edizione 2014 della kermesse i Campioni usciti da talent show sono soltanto due, dato da minimo storico: Giusy Ferreri e Noemi. Vengono entrambe da X Factor, dagli anni in cui il reality ideato da Simon Cowell faceva parte del palinsesto Rai. A loro può in un certo senso sommarsi la partecipazione di Arisa che a X Factor ha partecipato nel 2012 su Sky, in qualità di giudice. Cosa curiosa: non c'è nessuno che provenga da Amici di Maria De Filippi, format che ha sfornato tre dei cinque vincitori delle ultime edizioni. Completano il quadro dei concorrenti Antonella Ruggiero, un pezzo ambulante di storia della canzone italiana, Francesco Sarcina rimasto senza Vibrazioni, Giuliano Palma rimasto senza Bluebeaters e i Perturbazione, perché ogni Sanremo condotto da Fazio che si rispetti prevede la partecipazione di almeno una band indie (e non importa poi se, al fin della fiera, si ritroverà in coda).

Amarcord con il Club Tenco
Mr. «Che tempo che fa» d'altra parte è stato chiaro: la cantautoralità rappresenta il terzo tema portante dell'edizione, dopo la bellezza e i sessant'anni della televisione italiana. Alle diverse scuole cantautorali del Paese del bel canto è dedicata infatti la serata di venerdì, quella ormai diventata appannaggio di duetti più o meno illustri, amarcord e grandeur festivaliera, quest'anno realizzata in collaborazione con il Club Tenco. Perché, secondo Fazio, la storica separazione tra musica leggera e musica d'autore ormai «non ha più senso», dal momento che «a Sanremo gareggiano cantautori o cantanti che interpretano brani composti da cantautori». A fare da garante di questa inedita «continuità» tra produzione musicale alta e bassa di casa nostra ci penserà, tra gli altri, Gino Paoli interpellato ancora una volta in veste di ospite. Ma pure i «testimonial» del genere convocati dall'estero: dal vecchio leone Cat Stevens, convertitosi all'Islam e ribattezzatosi Yusuf, alle nuove leve Rufus Wainwright, Damien Rice e Stromae. Insomma, lo schema di lavoro di Fazio sembra un po' il solito: mescolare l'alto con il basso, il sacro e il profano, il sublime con l'infimo. Una costruzione pop con sopra incastonati i lustrini della televisione di qualità che quest'anno deve far rima con cantautoralità. E pazienza se poi magari vincerà Noemi…

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi