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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 15:08.
L'ultima modifica è del 22 febbraio 2014 alle ore 15:10.

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Sembra quasi di sentire il dolore e la felicità attaccati alle ossa di queste giovani vite. Adolescenti dal volto inquieto, i corpi immersi nell'acquitrino delle Vele di Scampia, le loro anime aggrappate in solitudine al televisore del mezzogiorno, e a Maria De Filippi; il grido lontano di una Gomorrah Girl che posa la sua ala spezzata e la lascia affondare nel fango. Sulla maglietta rosa glitter sta scritto: I Am Not A Fashion Addicted, Non Sono Moda-Dipendente.

Come un geologo venuto dal vangelo, il fotografo Valerio Spada guarda il ghetto da dentro, "là dove tutti passano ma non osano sostare", in mezzo a crocifissi, madonne, lampadine assenti, scale interrotte, tronisti del dopo-pranzo e siringhe d'avorio. Parlare di fotografia con Valerio significa dimenticare le diagnosi affrettate della catena alimentare. Non c'è concetto di giusto o sbagliato. Soltanto sogni anti-epilettici, rarefatti. E quei visi angelici, che sfiorano la morte, diventano arte pura. Se ne sono accorti anche in America, perché Spada ha ricevuto il John Simon Guggenheim Memorial Foundation Fellowship 2013 in Creative Arts/Photography, oltre che supporto, per dodici mesi, ad un nuovo progetto ambientato in un'altra valle incantata, la Regione Sicilia. Titolo provvisorio: Io Sono Il Niente, in uscita entro il 2014.

Gomorrah Girl ha visto la luce nel 2011, prima come raccolta auto-pubblicata (Grand Prize PBN PhotographyBook 2011) poi con la terza, prestigiosa edizione curata da Twin Palms Publishers e che sarà presentata in anteprima nel corso della Book Fair a Philadelphia il 29 marzo. La sua poetica si è fermata ovunque: Sète, Francia (ImageSingulières), Milano (Glenda Cinquegrana: the Studio), Fotografia Festival Internazionale di Roma, ArtVerona, LE BAL Museum di Parigi, Utrecht (Flatland Gallery), PPAC di Philadelphia, Cleveland Museum of Art, e sarà segnalata nel terzo volume di The Photobook: A History di Martin Parr e Gerry Badger che raccoglie i migliori libri di fotografia mai pubblicati dopo la seconda guerra mondiale (ed. Phaidon, marzo 2014).

Gomorrah Girl parte da un fattaccio di cronaca: a 14 anni, il 27 marzo 2004, Annalisa Durante viene uccisa a Forcella, un'area di Napoli sotto l'egemonia del clan Giuliano. I destini che incrociamo nel corso della serie fotografica, dipendono dai demoni che la morte di Annalisa scatena nella comunità: dal mito della celebrità al desiderio d'evasione, dai proiettili-reliquia ai tatuaggi salvifici che, come una mappa senza conforto, ci indicano la strada. C'è uno scatto, liberatorio, che mostra fino a che punto lo spaccio di droga abbia riscritto la perdita dell'innocenza. Nella zona dei puffi, dove le case sono basse e pochissima luce filtra, Spada costruisce, in modo del tutto naturale, una cinta d'immagini pittoriche: orge nascoste, eroinomani col sangue che sgorga dalle braccia e dal collo. Tutto al buio. Tutto in una scuola. "Ci troviamo nella zona di traffico più forte a Scampia - racconta Spada - nel weekend alcune persone raggiungono quel posto da Olanda, Spagna, Germania, arrivano con i charter di Ryanair, perché una dose lì costa pochissimo e la qualità è alta".

La Napoli di Gomorrah Girl e la Sicilia degli appalti e dei sequestri sono un luogo di grande contrasto: "Il mio compito non è cambiare il mondo con la fotografia ma di documentare", spiega il fotografo. "Le location che scelgo sembrano tutte tratte da un western di Sergio Leone. Il bello della nostra nazione è un bello al quale io torno sempre. Mi interessano la bellezza ed il costume, in mezzo a tutto questo caos. L'Italia è quella cosa lì: il contrasto tra 'Quando esce l'iPhone 6' e il 'No, aspetta amore, compriamo la pasta perché la carne costa di più'. E forse anche io vivo di contrasti. Tutta l'Italia passa da questo. La mafia stessa è un passaggio. Io cerco di fermarmi dove tutti passano".

Il prossimo "passaggio" di Spada ha già una nuova traiettoria: le comunicazioni impedite dei latitanti. "In un pizzino a Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, Messina Denaro scrive: 'Tu non conosci il dolore che provo nel non aver mai conosciuto mia figlia'. Ecco, sto cercando di documentare questo: il latitante sceglie di perdere tantissimo, governando. Anche oggi che, grazie al lavoro di magistrati straordinari, si è vicinissimi alla cattura di Messina Denaro, le domande sono: vorrà vedere sua figlia per la prima volta e pensare di collaborare oppure, come Riina, sceglierà di andare in onda con una candid camera in cui minaccia il mondo da un cortile e vivere in 41 bis tutta la vita? Inoltre, in quanti minuti la mafia ricrea il nuovo capo? Questa è la vera battaglia che i magistrati siciliani stanno combattendo ed è una battaglia che non si combatte solo in Sicilia".

Di Bernardo Provenzano, invece, Valerio ha letto (e fotografato) parecchi pizzini, scritti con una Olivetti Lettera 35 e con una Brother AX-410. "L'elemento da non sottovalutare è il legame forte che Provenzano ha con la religione, un legame che appartiene a molti capi mafia. Hanno trovato Provenzano con una valanga di santini e una Bibbia del '77. La Bibbia conteneva volantini elettorali di personaggi ancora in carica e di uno che sta per uscire. Totò Cuffaro è uno, Casini è un altro. Provenzano aveva tutti i partiti. C'erano la Margherita, la DC, il PSI... Quella di Messina Denaro è una nuova mafia, oserei dire una mafia 2.0. Non è quella del pizzo estorto, ma una vera e propria sostituzione allo Stato italiano".

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