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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2014 alle ore 16:19.

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A distanza di 300 anni (nel 2010 è stato celebrato il trecentesimo anniversario dalla nascita) la musica di Giovanni Battista Pergolesi ha sempre qualcosa di giovane. E pur giocando sui luogi più comuni del comico (l'alto che diventa basso, l'umile che dà ordini al potente), la Serva Padrona del grande napoletano di adozione (era nato a Jesi) resta un'opera fresca e divertente oltre che musicalmente deliziosa. Un vero gioiello insomma. Un incontro con questa musica da segnalare è quello che in questo periodo ha realizzato l'Accademia dell'Annunciata di Abbiategrasso, con i suoi giovani artisti: tutti dai 17 ai 23 anni, che ad ogni incontro nella sede storica del convento da cui prende il nome o a Milano, ad ogni esibizione si mostra più maturo, sempre con il sostegno dei tutor-orchestrali, il direttore e cembalista Riccardo Doni, il violinista Carlo Lazzaroni e violoncellista Marcello Scandelli. Un suono pieno, come è il barocco come si deve.

Il direttore Doni spiega la scelta dell'intermezzo di Pergolesi: "L'anno scorso avevamo esplorato il repertorio sacro di Pergolesi, ma volevamo mostrare come Pergolesi fosse non solo sacro, ma potesse essere molto profano".

Le schermaglie tra la furba domestica e il padone di casa danno luogo a situazioni molto divertenti. L'aria "A Serpina penserete", dove la serva – dal programmatico nome – per esempio fa la parodia dei toni più alti della musica barocca, delle sue corde più lacrimevoli, ma in realtà non è che una delle tante astuzie muliebri per farsi portare all'altare dal padrone di casa. Che se ancora ci credeva, ormai di casa non era già più padrone. Ed esilarante è anche il duetto tra Uberto (il nubendo) e Serpina "per te ho nel core", dove i due si ascoltano i reciproci battiti del cuore. Gli acuti ti-pi-tì tipitì del cuore di lei, suonano ancora più furbi del vagamente goffo ta-pa-tà del cuore di lui: non c'è partita.

Dell'intermezzo in due parti di Pergolesi (La serva padrona era stato scritto come intermezzo tra gli atti dell'opera seria "Il Prigioniero superbo) ormai, consultando i cataloghi delle librerie on line, c'è una vasta discografia a disposizione. Lo spettacolo dei giovani dell'Annunciata (il nome suona un po' da conservatorio settecentesco) non sfigura. A parte i cantanti "ospiti", il regista e baritono Davide Rocca e il soprano Claudia Mundo a loro agio nei loro ruoli, notevole anche la presenza di Vespone, il giovane Simone Tangolo, che pur muto per tutti i due atti, riesce a fare una speci di basso continuo mimico che esalta il senso del testo e della musica. Una presenza che mostra come la Serva padrona vada visto dal vivo.

L'Accademia è un Ensemble Strumentale Giovanile in Residenza che raccoglie gli studenti, i giovani diplomandi o diplomati dei principali Conservatori e Scuole Civiche delle regioni italiane ed estere, per avvicinare i giovani musicisti all'esecuzione della musica barocca. Scandelli spiega la filosofia del progetto: "Siamo musicisti e il nostro scopo è quello di trasmettere quello che a nostra volta abbiamo ricevuto". Senza la dimensione "tempo" e quindi la sua tradizione la musica non esiste.

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