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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2014 alle ore 14:51.
L'ultima modifica è del 23 febbraio 2014 alle ore 15:01.

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Per chi ancora credesse che il paese del belcanto fosse nella propria terra natale, cioè da noi in Italia, una bella immersione nella realtà viennese fugherebbe tanti dubbi. Risponde la Staatsoper di Vienna con la forza dei suoi numeri: 53 titoli all'anno in cartellone, 600.000 spettatori paganti, una media di 350 rappresentazioni praticamente sempre sold out. E la qualità altissima delle proprie produzioni. Qui domenica 16 febbraio è andata in scena La prima rappresentazione assoluta per la capitale austriaca del capolavoro di Francesco Cilea «Adriana Lecouveur». Opera che dalla prima avvenuta il 6 novembre 1902 al Teatro Lirico di Milano, Angelica Pandolifini ed Enrico Caruso protagonisti, ha conosciuto una buona frequentazione dei palcoscenici del mondo, divenendo cavallo di battaglia di interpreti leggendari, valga per tutti la coppia Magda Olivero Franco Corelli. Salvo farsi più rara in tempi a noi prossimi, vuoi per mutamento del gusto, pur essendo una partitura bellissima, vuoi per difficoltà oggettive rispetto a cast e quanto altro.

Ma se oggi non sono i tempi delle Olivero e dei Corelli, bisogna aver presente che chiavi interpretative più liriche son parimenti corrette e certificate. Al di là di tutto, quello andato in scena alla Staaatsoper è uno spettacolo bellissimo. Un godimento per vista e udito. Uno spettacolo raffinato firmato da David McVicar nato alla Royal Opera House di Londra per la stessa interprete che ha dato voce e corpo ad Adriana anche a Vienna, una delle ultime dive della lirica, Angela Gheorghiu.
Composta da Francesco Cilea su libretto di Arturo Colautti, «Adriana Lecouvreur» ha come fonte l'omonimo dramma di Eugène Scribe e Ernest Legouvé. Adrienne Lecouvreur è una figura storica che rivoluzionò l'arte della recitazione alla Comédie-Française. La sua morte prematura, avvenuta nel marzo del 1730, fece nascere immediatamente la voce che fosse stata avvelenata dalla principessa di Bouillon, sua rivale nell'amore per Maurizio Ermanno, conte di Sassonia, celebre condottiero e tombeur de femmes.

Questo il soggetto di dramma e opera, tale di per sé da attirare a un vero cimento performatorio le divine di molte epoche. Calamitate dalla sfida più ardua, il declamato monologo di Fedra dell'atto terzo. La Gheorghiu si appresta alla sfida forse non nel pieno della forma vocale. Bellissima sul palco, un po' troppo bamboleggiate nella chiave interpretativa, costringe il povero Maurizio di Sassonia a cantarsi il primo atto quasi da solo. Salvo crescere nel corso dell'opera e, come si dice, 'morire bene'. Non aiutata, va detto, da una direzione che non rispetta appieno l'equilibrio fra buca e palcoscenico, coprendo spesso gli interpreti e dilatando i tempi. Una partitura che è un profumato reticolo di delicati equilibri armonici, pur se influenzata dalla lezione wagneriana, e che risente delle complesse suggestioni che circolavano all'epoca in Europa: profumo di Debussy, decadenze alla Massenet, esotismi pucciniani.

Qui ci siamo invece trovati di fronte a un muro di suono. Bellissimo, ci son pur sempre i Wiener in buca, ma comunque un muro. Un''Adriana' wagneriana che non ha permesso di godere appieno degli abbandoni lirici che sono alcuni dei momenti topici dell'opera. Massimo Giordano debuttava nel ruolo di Maurizio di Sassonia. Affrontato col giusto equilibrio di una voce dalle caratteristiche prettamente romantiche, penalizzato nella raffinatezza del fraseggio dalle sonorità sottostanti. La classe e l'esperienza di Roberto Frontali regalano un Michonet di chiara dolente intensità malinconica, Raúl Giménez è un Abate di lusso, Alexandru Moisiuc ottimo Principe di Bouillon. Quella più a suo agio (a parte alcuni problemi di pronuncia) è parsa però Elena Zhidkova, al suo debutto viennese, nel ruolo della perfida Principessa di Bouillon. Una sorpresa per il pubblico di casa, ma pur sempre l'unica interprete wagneriana in palcoscenico. Successo più che caloroso, repliche fino al 12 marzo con diretta streaming il 22 febbraio.

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