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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 15:05.
L'ultima modifica è del 02 marzo 2014 alle ore 11:14.

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Il nuovo oggetto del desiderio catodico è una fascetta rossa al polso, simbolo di coraggio e fratellanza di piccoli eroi dal quotidiano accidentato e per nulla patinato, testimoniato in una fiction di formazione dai sei adolescenti di "Braccialetti rossi", la serie tv dagli ascolti record (6.250.000 la scorsa puntata), in onda alle 21.30 la Domenica su Raiuno.

Il fortunato format, versione italiana dello spagnolo "Pulseras Rojas" tratto dal libro autobiografico dello scrittore Albert Espinosa, diretto da Giacomo Campiotti, infrange qualunque cliché abituale della programmazione italiana, stavolta niente bulli e pupe, saghe mafiose o polpettoni storici, qui si parla di sofferenza vera e tangibile tra le stanze di un ospedale pediatrico. I protagonisti non sono belli, palestrati, malandrini, bensì ragazzini solcati e mutilati dalla malattia, la loro cifra è la testarda volontà di vivere, fanciulli dagli occhioni vivaci e malinconici ci mostrano il senso profondo dell'amicizia, antidoto universale contro la solitudine e come resistere, curare le ferite, guardare in faccia la morte. La loro saggezza è conoscere la paura ed esorcizzarla ogni attimo con amore, gioia rabbia, in totale esposizione emotiva di cuori inesperti ma già forgiati dal dolore, la realtà che li circonda è davvero durissima, insopportabile, nessuno vorrebbe mai vederla così intimamente. Eppure per alchimia, grazie anche alla costruzione della sceneggiatura, le singole storie s'intersecano e trasfigurano, la malattia presente e incombente si rischiara alla luce esuberante delle pulsioni adolescenziali, non c'è mai patetica commiserazione, piuttosto anche nei momenti più drammatici s'inneggia sempre e comunque alla vita.

Nonostante alcune edulcorazioni, giustificate dal clima favolistico e soprannaturale, forzature poco realistiche come il ritratto idilliaco di un team medico e paramedico umanissimo ed empatico, ben diverso dalle atmosfere di molti nostri ospedali, e alcune piccole ingenuità di contenuti, è davvero lodevole il tentativo di cambiare rotta (siamo lontani dai soliti schemi delle innumerevoli fiction ambientate in strutture sanitarie) e soprattutto rivolgersi a una fascia di pubblico di teenager che segue i nostri prodi con entusiasmo da tifoseria, specialmente sul social network e su un'App da second screen corredata da concorso a premi. Il "noi" narrante della moderna fiaba è Rocco l'Imprescindibile, marmocchio di appena undici anni in coma per un ruzzolone in piscina, apparentemente dorme invece svela a voce alta al pubblico i suoi pensieri, filtrati da "quel luogo strano in cui si trova, dove sente e vede tutto, partecipa, piange, ride e si annoia, anche se nessuno lo sa".

E' lui a supervisionare la comitiva dei mitici braccialetti che gli si rivolgono come se fosse cosciente: Leo, il Leader, ammalato di tumore e con una gamba amputata, Vale il Vice-leader anche lui con patologia tumorale e prossimo alla mutilazione, entrambi sono innamorati di Cris la Ragazza, unica donna del gruppo, anoressica dal cuore confuso, Davide detto il Bello, cardiopatico e deceduto durante un intervento chirurgico nella scorsa puntata (una marea di fan inconsolabili lo piange sul web), Toni denominato il Furbo, simpatico scugnizzo infortunato per un incidente in moto, l'unico che riesce a comunicare veramente con Rocco. Supporta la combriccola, che ha come motto l'entusiastico slogan "Watanka", la compagine degli adulti, meno incisivi e a tratti più fragili degli adolescenti, tra cui ricordiamo Piera di Michela Cescon e Lilia di Laura Chiatti, ma la palma dei più bravi va decisamente ai ragazzi, teneramente impulsivi e autentici. Non è da meno la colonna sonora, già cult e top ten, nove brani inediti di Niccolò Agliardi tra cui la gettonatissima " Io non ho finito" e cinque brani di successo da Laura Pausini a Vasco Rossi. Una bella boccata d'ossigeno la piccola rivoluzione dei Braccialetti rossi, una conquista per la Rai che fa sperare in un futuro migliore con un pubblico giovane e che serva da lezione a produttori e registi, per oscurare per sempre modelli attoriali come Garko e Arcuri e i vari " peccati e vergogne". Un sogno? Forse. Intanto uniamoci ai desideri e alle piccole vittorie dei braccialetti in un coro liberatorio di "Watanka".

"Braccialetti rossi" serie televisiva, regia di Giacomo, Campiotti. Interpreti: Carmine Buschini, Brando Pacitto, Aurora Ruffino, Mirko Trovato, Pio Luigi Piscicelli, Lorenzo Guidi, Carlotta Natoli, Michela Cescon, Simonetta Soldan, Vittorio Viviani, Ignazio Oliva, Lele Vannoni, Giampaolo Morelli, Andrea Tidona, Laura Chiatti. Produzione Palomar e RAI fiction. In onda Domenica alle 21.30 su Raiuno

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