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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2014 alle ore 20:10.

Illustrazione di Mauro CeccatoIllustrazione di Mauro Ceccato

Rispetto ai suoi antenati novecenteschi, l'avanguardia di Paperoga & C. si distingue perché nella sua critica all'arte e alla società borghese non si riallaccia più a una presunta cultura "superiore" (o a una tradizione marginale: si pensi al culto dei surrealisti per il marchese de Sade), ma assume in toto le icone dell'immaginario pop sino a farne un imprevedibile quanto disturbante strumento di contestazione. In tale scelta non sarà peraltro difficile riconoscere anche una verosimile influenza dell'insegnamento di un teorico del "post-modernismo critico" quale Remo Ceserani, che di Zanotti fu prima professore a Pisa e poi mentore e amico. Di certo, partendo da questa instabile miscela di alto e di basso, l'anti-avanguardista e impolitico Zanotti è riuscito a darci il romanzo probabilmente più radicale e inconciliato di questi anni. Che poi tale romanzo sia anche un commovente epicedio sull'amore, l'amicizia, la paura di crescere e il dolore dello stare al mondo, costituisce un motivo in più per lamentare la sua prematura scomparsa.

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