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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2014 alle ore 07:19.

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Folsom Prison (Johnny Cash – 1957)
La prima volta che vidi Johnny Cash ero poco più che un bambino e stavo guardando Colombo: un cantante country coi basettoni, tutto vestito di nero, faceva fuori la moglie che aveva scoperto i suoi tradimenti. Mi ci volle qualche anno per associare quella faccia da fuorilegge alla voce che un giorno avevo sentito cantare alla radio questi due semplici, terribili versi: «Ho sparato a un uomo a Reno, / solo per vederlo morire». Era Folsom Prison Blues, la confessione di un carcerato, un vero e proprio apologo sull'insondabilità del male che ricorda le parole del Misfit di un racconto di Flannery O'Connor: «Nessun piacere tranne la cattiveria». La canzone era del 1957. I critici più ottusi lo hanno sempre relegato nel rustico recinto della musica country. In realtà è stato anche un rockabilly cat, un bluesman, e un folkster protestatario; ha incarnato Davy Crockett e Geronimo, John Wayne e Billy the Kid; s'è fatto apologo di tutti i fuorilegge d'America.
Pochi altri artisti hanno saputo gettare come Johnny Cash una rete nelle profondità della psiche a stelle e strisce. La sua forza risiedeva nella sua ambiguità. «Aveva l'inferno e il paradiso dentro», ha detto di lui Nick Cave, «e l'inferno e il paradiso venivano fuori attraverso la sua voce». Vero. Iniziò come cantante gospel, elevando note di giubilo al Signore; trovò il successo, ma per reggere un ritmo di trecento concerti all'anno iniziò ad abusare di anfetamine.
Nel 1967 decise di scendere nella caverna indiana di Nickajack per farla finita; si sdraiò sulla schiena, al buio, in attesa della morte, e sentì per la prima volta la presenza di Dio: «Ho vissuto anni bui in cui i demoni strisciavano lungo la mia schiena», dirà. «Non sono un esorcista e non so come sia successo, ma… se ne sono andati!».
Nel Sessantotto era di nuovo pulito. Alla sua canonizzazione contribuì quel Live at Folsom Prison che era proprio quello che suggeriva il titolo: un concerto tenuto davanti ai carcerati. L'uomo che aveva passato una vita a raccontare i demoni americani s'era tolto di dosso la puzza di zolfo ed era diventato un monumento.

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