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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2014 alle ore 15:32.
L'ultima modifica è del 07 marzo 2014 alle ore 19:06.

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Man Ray, Portrait de Dora Maar (solarisation), 1936Man Ray, Portrait de Dora Maar (solarisation), 1936

Henriette Markovich (1907-1997), era bella e di talento, è architetto come il padre, forse per questo agli studi di architettura preferisce la fotografia, prende il nome Dora Maar e azzera il suo passato di ragazza borghese. Altre donne, nonostante le difficoltà, scelsero la fotografia come mezzo d'espressione; da Berenice Abbot a Tina Modotti, da Margareth Bourke White a Diana Arbus. L'immagine è più forte della parola, per questo molte donne ne furono sedotte. Alcune fotografe vissero la loro arte come una missione, altre, nonostante il talento finirono nell'ombra, schiacciate da una Storia che non voleva riconoscerle, altre ancora si innamorarono di artisti e divennero "solo" le loro mogli, le compagne. Palazzo Fortuny di Venezia dedica la mostra "Dora Maar. Nonostante Picasso" su progetto di Daniela Ferretti, a cura di Victoria Combalìa dall'8 marzo al 14 luglio (catalogo Skira), alla poliedrica artista francese. Prima esposizione italiana con 100 opere, alcune inedite, per ripercorrere la carriera di una donna tormentata, come appare nei ritratti di Pablo Picasso, di un'artista geniale, impegnata politicamente e socialmente. Cresciuta fra Parigi e Buenos Aires, padre croato, mamma francese, Dora studia fotografia all'École de Photographie de Paris, conosce Henry Cartier Bresson, Brassai, lavora con Kéfer, uno degli scenografi-fotografi di Epstein, insieme firmano alcuni reportage, ma gli scatti di strada sono solo di Dora. Vive a Montparnasse, frequenta i surrealisti, fra i suoi migliori amici Breton, Bunuel, Prèvert, ha una lunga relazione con George Bataille. I primi lavori di Dora risalgono al 1928, la selezione presenta le sue grandi immagini di denuncia. E' attenta agli ultimi, al mondo dell'infanzia, alla gente dei mercatini rionali, ai nuovi poveri dopo la crisi del 1929. La fotografa ha un'intelligenza sensibile, non si limita a documentare, partecipa alla vita e al dolore di chi incontra. Tutti devono sapere cosa accade a Parigi. Alla proiezione del film "Le crime de Monsieur Lange" di Jean Renoir, Paul Éluard le presenta Picasso, Dora ha 28 anni, Pablo 54. Una sera al "Café Deux Magots" i due si incontrano, la fotografa, un po' per gioco, un po' per fare colpo, appoggia una mano sul tavolo e con l'altra inizia a piantare un coltello affilato fra le dita, finché non si ferisce. Il pittore spagnolo se ne innamora; inizia una storia tumultuosa, Dora documenta la creazione di "Guernica", ma Picasso è crudele con lei, come con le altre. Umiliata cade nella pazzia, eppure cerca ancora di fotografare. Come un omaggio a Dora Maar la mostra "Le Amazzoni della Fotografia dalla collezione di Mario Trevisan", una sequenza di grandi foto, stampe vintage delle tante fotografe che hanno segnato la Storia della fotografia.

Dora Maar. Nonostante Picasso
Progetto di Daniela Ferretti
A cura di Victoria Combalìa
Palazzo Fortuny – Venezia
8 marzo – 14 luglio 2014
(catalogo Skira)
www.fortuny.visitmuve.it

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