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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2014 alle ore 15:06.
L'ultima modifica è del 14 marzo 2014 alle ore 20:19.

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Una scena del film «Lei»Una scena del film «Lei»

Un weekend per tutti i gusti: dall'elegante film d'autore «Ida» alla drammatica storia vera di «Prossima fermata: Fruitvale Station», passando il sentimentale «Lei» e l'animazione di «Mr. Peabody e Sherman». Nelle nostre sale, in questo fine settimana, arrivano pellicole molto diverse l'una dall'altra che daranno al pubblico un'ampia possibilità di scelta.

Per i cinefili è assolutamente imperdibile «Ida» di Pawel Pawlikowski, il titolo più importante e significativo del weekend.

Ambientato nella Polonia degli anni Sessanta, il film ha per protagonista una giovane novizia, rimasta orfana in tenera età. Prima di prendere i voti, viene mandata a Varsavia a conoscere sua zia: grazie a quest'ultima scoprirà diversi segreti del suo passato e di quello dei suoi genitori, scomparsi durante la seconda guerra mondiale.

Vincitore del Festival di Londra e del premio della critica all'ultimo Festival di Toronto, «Ida» è una pellicola di grande eleganza formale, contrassegnata da una splendida fotografia in bianco e nero e da un'accurata selezione di brani di musica classica nella colonna sonora.

Se l'apparato visivo è di altissimo livello, altrettanto rilevante è il tema della ricerca delle origini della protagonista, che si trasforma in un'esplorazione della storia recente della Polonia, dal momento più difficile (la guerra) ai tentativi di provare a costruirsi una nuova identità. Ottima performance dell'attrice esordiente Agata Trzebuchowska che, nei panni della protagonista, riesce a dare un ulteriore valore aggiunto a uno dei film più toccanti e poetici visti sul grande schermo negli ultimi tempi.

Film altrettanto impegnato è «Prossima fermata: Fruitvale Station» di Ryan Coogler. Il regista esordiente ha scelto di raccontare un tragico evento, avvenuto a San Francisco nella sera di Capodanno del 2009: alla fermata di Fruitvale Station il ventiduenne Oscar Grant viene ammanettato e ucciso, nonostante fosse disarmato, da un agente della polizia locale.

Vincitore del Sundance Film Festival 2013, «Prossima fermata: Fruitvale Station» è un film indipendente, duro e crudo, che si apre con le immagini reali dell'omicidio, filmate da un telefonino, per poi passare alla messa in scena di Coogler, che si focalizza sull'ultimo giorno di vita di Grant, sui suoi rapporti familiari e sulle sue difficoltà nel trovare un lavoro onesto.

Ne risulta un'importante opera di denuncia, realizzata con grande rigore formale, seppur non sempre coinvolgente al punto giusto.

Il giovane regista dimostra già discreto talento, pur incappando in alcune scelte grossolane (in primis, la macrovisualizzazione dello schermo del cellulare del protagonista) che non permettono al film di elevarsi quanto avrebbe potuto.

Convince a metà anche «Lei», il nuovo attesissimo film di Spike Jonze con Joaquin Phoenix. L'attore interpreta Theodore, che scrive lettere d'amore per lavoro ma non riesce a superare la separazione dalla sua ex compagna Catherine. Quando una nuova generazione di sistemi operativi arriverà sul mercato, Theodore incomincerà a sviluppare con uno di essi una relazione particolarmente intima.

Presentato in concorso all'ultimo Festival di Roma, «Lei» è un'interessante riflessione sulla solitudine dell'uomo contemporaneo, sul suo rapporto con la tecnologia e con l'universo virtuale.

Vincitore dell'Oscar per la miglior sceneggiatura, il film ha un soggetto forte e affascinante che funziona però soltanto nella prima parte. Eccessivamente lungo e ridondante, «Lei» conferma i limiti del regista Spike Jonze che, pur baciato da un più che discreto talento, non riesce mai a costruire pellicole pienamente compiute.

Buona interpretazione di Phoenix, mentre la voce del sistema operativo è di Micaela Ramazzotti (in originale Scarlett Johansson, premiata a Roma nonostante non sia mai in scena).

Soffre degli stessi difetti «Mr. Peabody e Sherman», film d'animazione pensato per i più piccoli e diretto da Rob Minkoff. Prodotto dalla Dreamworks Animation, è ispirato ai due personaggi della serie anni '60 «L'improbabile storia di Peabody»: un cane straordinariamente intelligente (Mr. Peabody), che ha inventato una moderna macchina del tempo, e un bambino (Sherman) curioso di imparare e di esplorare.

Spettacolare e ben realizzato, il film soffre però di una trama che scopre (tutte) le sue carte troppo presto, rischiando così di risultare troppo scontato col passare dei minuti.

Lo scorso anno, con «I Croods», la Dreamworks aveva creato un prodotto ben più originale e divertente.

Infine, una menzione per «Need for Speed», lungometraggio ispirato alla note serie di videogiochi automobilistici.

Diretto dall'ex stuntman Scott Waugh, «Need for Speed» propone una trama elementare e priva di qualsiasi tipo di sorpresa, in cui gli unici protagonisti sono i motori.

Inseguimenti mozzafiato e automobili truccate caratterizzano un prodotto onesto, privo di grandi pretese, e pensato unicamente per gli amanti dell'altissima velocità.

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