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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2014 alle ore 09:02.

Caluso è un comune piemontese in provincia di Torino, nel Canavese, territorio compreso da un lato tra Torino e la Valle d'aosta e, verso est, tra il Biellese e il Vercellese.
L'Erbaluce di Caluso è il vitigno autoctono del territorio, a bacca bianca, vinificato in tre diverse tipologie: bianco secco, spumante e passito.
Si ritiene che sia stato portato sul territorio dai Romani e che derivi dal Greco di Fiano.
Particolarmente affascinante è l'origine del suo nome, che si deve alla favola di Albaluce, ancora oggi raccontata ai bambini di Caluso, anche alle Scuole Elementari.
Voglio qui riassumerla: Alba era una delle Dee che popolavano le colline di Caluso. Un giorno incontrò per un attimo il Sole sulle rive di un ruscello e se ne innamorò. Avendo Alba e Sole tempi "diversi", erano innamorati infelici perchè non riuscivano mai ad incontrarsi.
Intervenne in loro aiuto la Luna, con un'ecclissi: durante quel lasso di tempo, il Sole raggiunse la Terra ed ebbe il suo incontro d'amore con Alba, da cui nacque la ninfa Albaluce.
Albaluce era così meravigliosa da indurre tutti gli abitanti del territorio a farle doni sempre più belli ed importanti, tanto da impegnarvi tutte le proprie risorse. Questo, ed una carestia, portarono gli abitanti alla decisione di prosciugare il lago per ottenere nuove terre fertili.
Purtroppo l'acqua straripò e inondò i villaggi intorno al lago, portando morte e distruzione.
Albaluce, forse anche perchè si sentiva in parte responsabile, pianse addolorata per molti giorni e molte notti, finchè le sue lacrime non si trasformarono in tralci di vite che produssero uva bianca, l'Erbaluce.
L'Erbaluce passito appartiene alla tradizione delle famiglie della zona di Caluso: praticamente tutti avevano delle viti e ne raccoglievano le uve più belle per metterle ad appassire nei sulé (i solai).
Le cantine del territorio oggigiorno tengono in appassimento i grappoli, distesi su graticci o appesi per il peduncolo, per circa 5 mesi nelle "passitaie", appositi locali arieggiati.
A marzo la pigiatura.
La vendita inizia dopo almeno 3 anni dal novembre successivo alla vendemmia, 4 anni se Riserva.
Il risultato è un vino passito dolce molto longevo, che può durare 30-40 anni ed oltre.
Ho avuto modo di assaggiare quelli delle aziende Ciek ed Orsolani.
Azienda Agricola Ciek – San Giorgio Canavese (TO)
Fondata nel 1985 a San Grato, frazione di Agliè, nel settembre 2013 l'azienda si trasferisce a San Giorgio Canavese in Località Castagnola.
Enologo è Gianfranco Cordero.
Si producono 100.000 bottiglie, grazie a circa 16 ettari vitati, quasi interamente con vitigni autoctoni: Erbaluce, Nebbiolo, Freisa, Barbera e Neretto di San Giorgio.
Le etichette sono 10.
Ho degustato l'Alladium 2006
Erbaluce di Caluso Alladium 2006
È ottenuto da uve Erbaluce di Caluso in purezza.
Fermentazione ed affinamento in legno, che si conclude con 6 mesi in bottiglia.
Gradazione alcolica del 14,5 % .
Nel bicchiere si presenta di color ambra.
Al naso, dopo l'iniziale nota di smalto, prevalgono i frutti gialli maturi, la noce, il miele ed il caramello.
Al gusto sono evidenti le amarene sotto spirito. Di buona persistenza, ha una sottile nota balsamica
Prezzo in enoteca: 20-25 Euro
Orsolani – San Giorgio Canavese (TO)
Gian Luigi, quarta generazione di Orsolani viticolturi, aiutato da papà Gian Francesco, è alla guida dell'azienda.
Enologo è il marchigiano Sergio Paolucci.
Tutto ebbe inizio nel 1894: Giovanni Orsolani e la moglie Domenica tornarono dall'America ed aprirono la "Locanda Aurora", con annessa produzione di vino.
Oggi si producono quasi 150.000 bottiglie, divise in 10 etichette.
L'azienda è da sempre attenta al rispetto del territorio e dedita ad un'agricoltura sostenibile.
Ho assaggiato il Sulé 2006.
Caluso Passito Sulé 2006
È ottenuto da uve Erbaluce di Caluso in purezza.
Come nel caso precedente, vinificazione ed affinamento in legno, a cui segue almeno 1 anno in bottiglia.
È di colore intenso, una via di mezzo tra l'ambra e l'oro antico.
Al primo impatto sento soprattutto lo smalto ed una leggera ossidazione: se lo si lascia ossigenare nel bicchiere, le cose cambiano: fichi, albicocche, prugna, liquirizia, datteri e cannella.
In bocca sapori fruttati, particolarmente pera, noci e fichi
Prezzo in enoteca: 20-25 Euro
www.italiadelvino.com
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16/03/2014 – Stresa (VB)
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