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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2014 alle ore 18:02.
L'ultima modifica è del 18 marzo 2014 alle ore 18:12.

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La rivolta in Ucraina? I tank russi in Crimea? Il plebiscito al referendum per la secessione da Kiev e adesso le sanzioni dell'Unione europea? «Storie di tutti i giorni». Almeno per Riccardo Fogli da Pontedera, 66 anni suonati prima come bassista dei Pooh e poi da solo davanti al microfono, uno che con quel brano ci ha vinto il Sanremo del 1982 prima di ritrovarsi, domenica sera, sul palco a Sinferopoli a salutare il ritorno alla «Grande Madre Russia» per un oceano di bandiere bianche, blu e rosse.

La comunità internazionale s'indigna, il cantante pop che qui da noi non fa un disco dal 2005 (s'intitolava «Ci saranno giorni migliori») dribbla le polemiche e partecipa al contestato evento: «C'è un bellissimo sapore di festa – dice alla stampa -. Di serenità. Gente che salta. Io non ho visto cannoni e carri armati, solo una folla felice». E poi, ancora, ammetterà di essere «contento di aver preso parte a un momento storico». Come c'è arrivato laggiù, nei panni del menestrello di una delle più controverse rivoluzioni degli ultimi decenni? Niente di più semplice: era in tournèe in Russia – ha spiegato -, lo hanno invitato e ha accettato l'invito. Non è mica l'unico protagonista della musica leggera italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta a imperversare oltre quella che un tempo era la Cortina di Ferro.

Follie per Cutugno, «italiano» di oltre Cortina
Il numero uno è Toto Cutugno. Anzi, no: per la precisione il numero uno sarebbe Adriano Celentano che a queste latitudini è più famoso di Frank Sinatra. Ma da Galbiate non lo smuove nessuno, figuriamoci qualche oligarca dalle dubbie convinzioni democratiche che farebbero a cazzotti con il suo credo no global. E allora lo scettro passa d'ufficio a Cutugno, vuoi per questioni timbriche, vuoi perché in alcune occasioni è stato autore dell'ex «Ragazzo della via Gluck».

Vuoi perché – come lui stesso spiegò l'anno scorso a Sanremo, con grande lucidità musicologica – Toto utilizza spesso e volentieri accordi minori nei suoi brani, gli stessi della musica popolare russa. Questioni di «affinità elettive», insomma. Fatto sta che pochi altri come l'autore de «L'Italiano» hanno avuto l'onore di ritrovarsi il Coro dell'Armata Rossa in qualità backing vocals, in un'improbabile performance che ha deliziato pure il pubblico dell'Ariston. Qui lo abbiamo un po' perso di vista, lì lo vedono in pubblico (in Kazakistan ha scomodato qualcosa come 90mila spettatori) e in privato (gli oligarchi, pur di aggiudicarselo ai loro party, gli mettono a disposizione i loro accessoriati jet privati).

La reunion di Al Bano e Romina
Ma il fenomeno dell'«Italian Nostalgia» va molto oltre. Al Bano e Romina a ottobre scorso hanno fatto in Russia quello che il Saturday Night Live nel 1976 per un bel mucchio di quattrini non riuscì a far fare ai Beatles: si sono rimessi insieme. E il frutto dell'esperimento, opportunamente documentato dalle telecamere, a dire il vero è andato molto bene anche qua: 19,8% di share per la differita trasmessa a gennaio in prima serata su Rai1. Molto richiesti, in questi anni nelle vecchie repubbliche socialiste, anche Ricchi e Poveri, Matia Bazar, Pupo e persino Drupi. Imperversano soprattutto gli anni Ottanta, insomma.

Motivo? Fu allora che la Perestrojka di Michail Gorbaciov liberalizzò l'italica canzonetta: il Festival di Sanremo si ritrovò trasmesso alla tv nazionale e gli interpreti tricolori più popolari addirittura ristampati dalla Melodja, casa discografica di Stato. Troppo minacciose e impegnative dovevano apparire al Soviet supremo le rockstar inglesi e americane, roba da shock anafilattico per un pubblico che per buoni quarant'anni non aveva avuto accesso alla produzione musicale d'Occidente (e che si era perso!). Meglio una «cartolina» dal Paese del Sole, insomma: accattivante, piena di buoni sentimenti e, soprattutto, innocua. La stessa cartolina che a noi italiani oggi appare terribilmente sbiadita, ma in Russia continua a funzionare. E allora cosa accadrebbe se l'Ue imponesse come sanzione lo stop alla musica di Cutugno, Al Bano e compagnia?

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