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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2014 alle ore 12:07.

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La più grande star del cinema hard torna a vivere sul grande schermo: Linda Lovelace, celebre protagonista del cult «Gola profonda» del 1972, verrà interpretata da Amanda Seyfried in un biopic in uscita giovedì 27 marzo nelle nostre sale.
Diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman, «Lovelace» ripercorre la vita dell'attrice Linda Susan Boreman (in arte Linda Lovelace), nata nel Bronx il 10 gennaio del 1949 e scomparsa nell'aprile del 2002, a soli 53 anni, in seguito a un incidente d'auto nei pressi di Denver, in Colorado.

Nel 1971 sposò Chuck Traynor (interpretato nel biopic da Peter Sarsgaard) che la introdurrà nel mondo del cinema hard presentandola al regista Gerard Damiano, un ex parrucchiere che la sceglierà come protagonista di «Gola profonda», uno dei titoli di maggior successo dei primi anni '70.

Il film era un prodotto pornografico a tutti gli effetti, in cui l'atto sessuale non viene suggerito ma mostrato esplicitamente. Come mai è rimasto nella storia della settima arte? Perché è stato l'unico lungometraggio hard a entrare nei normali circuiti commerciali, tanto da riuscire a scalare la classifica dei film più visti negli Stati Uniti nel 1972, posizionandosi addirittura all'undicesimo posto del box office.

I motivi di questo exploit senza precedenti (e senza seguito) furono tanti: in primis la strategia di Damiano che ebbe la grande intuizione di promuovere il film in un circuito di sale convenzionali e, naturalmente, le performance di Linda Lovelace che, grazie al successo della pellicola, venne considerata uno dei simboli della rivoluzione sessuale in voga in quegli anni.

Nonostante la popolarità, la Lovelace reciterà in pochissimi altri film: tra questi, nel 1974, nel seguito «Gola profonda II» diretto da Joseph W. Sarno. Nello stesso anno divorzia da Traynor e sposa Larry Marchiano, dal quale avrà due figli.

Sorprendentemente, nel 1980, pubblica l'autobiografia «Ordeal» schierandosi apertamente con il movimento femminista contro la pornografia: dichiarò di essere stata costretta a entrare nel mondo dell'hard dal suo primo marito, descritto come un uomo violento, che la picchiava ed era arrivato perfino a minacciarla con una pistola.

Dopo aver riacquistato ufficialmente il suo nome di battesimo, in un'altra pubblicazione («Out of Bondage» del 1986) accusa la produzione di «Gola profonda», arrivando a dire: «Quando guardate Gola profonda, state assistendo a uno stupro di cui sono la vittima. È un crimine che il film continua a mostrare: c'era una pistola puntata contro la mia testa per tutto il tempo».

Da ispiratrice della libertà sessuale, Linda Boreman diventò così negli anni '80 una delle più importanti portavoce del movimento femminista, impegnandosi in una vera e propria battaglia civile contro la pornografia.

Il film in uscita evita di prendere posizioni troppo nette e si limita a raccontarne la storia, il personaggio e il mito, concentrandosi molto sul rapporto tra l'attrice e i suoi genitori.

Nel cast della pellicola, firmata da Epstein e Friedman (già autori del biopic su Allen Ginsberg, «Urlo», con James Franco), oltre ad Amanda Seyfried e Peter Sarsgaard sono presenti Sharon Stone (nei panni della madre della protagonista), Juno Temple, Bobby Cannavale e Chloë Sevigny.

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