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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2014 alle ore 10:04.
L'ultima modifica è del 28 marzo 2014 alle ore 18:18.

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Rhyton a forma di leone incombattimento - Etruria, 340-300 a.C. - Terracotta, altezza 15 cm, lunghezza 18 cm - Londra, The British MuseumRhyton a forma di leone incombattimento - Etruria, 340-300 a.C. - Terracotta, altezza 15 cm, lunghezza 18 cm - Londra, The British Museum

Gli etruschi affascinano sempre. Una certezza che ha raggiunto apici altissimi in diverse epoche storiche. Ci racconta un capitolo importante di questa vicenda la mostra "Seduzione etrusca. Dai segreti di Holkham Hall alle meraviglie del British Museum", ospitata a Cortona dal 21 marzo al 31 luglio nelle sale di Palazzo Casali, sede della storica Accademia Etrusca.

Che gioca un ruolo d'eccezione nell'esposizione, insieme a due partner altrettanto eccezionali, il British Museum e Holkahm Hall (quest'ultima è la fastosa residenza che Lord Thomas Coke, poi conte di Leister, si fece erigere nel XVIII secolo in Norfolk). Arrivano a Cortona oltre 40 reperti dalle collezioni del British, il più ingente prestito mai fatto dal Museo britannico. Arrivano una serie di disegni originali e lastre incise, recentissima scoperta avvenuta a Holkahm Hall. Arrivano dal Museo archeologico del capolugo toscano (la collezione etrusca è pur la più importante al mondo) opere iconiche come «L'Arringatore». Esposti e mescolati senza soluzione di continuità nelle storiche stanze dell'Accademia etrusca. Esposti accanto a uno dei protagonisti della mostra, quel «De Etruria Regali libri septem» che li ritraeva e catalogava.

Si narra così una vicenda complessa, che andrà ad arricchire non solo la cultura di ogni visitatore, ma gli studi scientifici del settore, a cui si offre l'impagabile opportunità di confronti finonora impossibili. E' Thomas Coke l'attore principale di una storia che racconta l'epoca del Grand Tour, la passione degli inglesi per la terra natale degli etruschi e l'intreccio con la terra di Toscana, dove già la casata dei Medici agiva in una sorta di sovrapposizione gerarchica. Onnivora di tutto, acuta e colta come non mai, continuava instancabile a dare impulso ad arti e ricerche. Così, per arrivare al primo capitolo della storia, bisogna risalire al Seicento, quando Thomas Dempster, professore di diritto all'Università di Pisa, redasse fra il 1616 e il 1619, su commissione di Cosimo II de' Medici, il monumentale «De Etruria Regali libri septem».

Questo il prologo. Arrivano gli interpreti: il culto dell'antico, il clima settecentesco del Grand Tour, la passione per la civiltà etrusca che attanagliò Coke nel corso dei suoi viaggi in Italia. Sarà così proprio lui, nel 1726, a finanziare presso le stamperie medicee l'edizione a stampa del «De Etruria Regali». Revisione del testo diretta da Filippo Buonarroti, nipote di Michelangelo, ministro dei Medici e massimo esperto di antichità etrusche. Che integrerà il testo originale con le sue «Explicationes et Conjecturae» e 93 tavole incise dei più importanti reperti etruschi. L'effetto della pubblicazione provocò una vera etruscomania. Nasce la moderna etruscologia e nasce nel 1727 proprio l'Accademia Etrusca. Torna grazie alla mostra per la prima volta in Italia il manoscritto originale di Thomas Dempster, insieme a lettere e documenti. Ammiriamo una serie di bellissime vedute, che escono per la prima volta da Holkham Hall, di Wan Wittel, lussuoso souvenir d'Italie insieme a preziose edizioni miniate di Tito Livio acquistate da Coke in Francia. Oltre all'«Apollo, la mandria di Adameto e Mercurio» di Claude Lorrain e un'imponente «Tarquinio e Lucrezia» del Procaccini. E il tripede bronzeo dal British, il «Satiro liricine» da Casa Buonarroti, lo specchio «Patera cospiana» da Bologna. Un tripudio etrusco per perdersi in secoli di storia.

Seduzione etrusca.
Dai segreti di Holkham Hall alle meraviglie del British Museum
Cortona, Palazzo Casali, 21 marzo-31 luglio 2014

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