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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2014 alle ore 09:01.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2014 alle ore 17:02.

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Illustrazione di Guido ScarabottoloIllustrazione di Guido Scarabottolo

Sembra essere in difficoltà il mondo semplice delle sostanze, il mondo chiaro e distinto di Democrito: lo spazio infinito in cui corrono gli atomi. Ma è davvero così? Per Democrito quello che contava degli atomi non era solo la loro forma, ma anche il modo in cui gli atomi si combinano. Democrito usava la metafora dell'alfabeto: come le combinazioni di una ventina di lettere possono dar luce a commedie o tragedie, storie sciocche o poemi epici, così le innumerevoli combinazioni di pochi tipi di atomi possono generare la straordinaria varietà del mondo che vediamo attorno a noi. Il mondo è dunque come un linguaggio. Ma se è un linguaggio, per chi sono scritte le storie che racconta? È un linguaggio così ricco da riuscire a leggere se stesso… La colorata varietà del mondo è informazione scambiata in continuazione dal mondo con se stesso?

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