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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2014 alle ore 17:17.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2014 alle ore 18:54.

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(LaPresse)(LaPresse)

In questi primi giorni di primavera a segnare i giardini del Belpaese sono i grappoli viola del glicine e come per adattamento, anche lei, Elisabeth II - 88 anni il prossimo 21 aprile, la sovrana più longeva del secolo - ha fatto capolino dal suo aereo privato, in quel di Ciampino, con tanto di cappellino e tailleur violetto. Ad accompagnarla il duca Filippo di Emburgo (93 primavere il prossimo 10 giugno).

Anche se la visita non è di stato - e nonostante i movimenti appaiano evidentemente appesantiti e rallentati dal tempo, con il duca profondamente invecchiato tanto che l'attuale visita è stata oggetto di un rinvio proprio per le sue precarie condizioni di salute - i formalismi sono stati tanti ed evidenti fin dai saluti all'arrivo della sovrana ai piedi della scaletta. Imprescindibili, si dirà, per la donna che siede sul trono di san Giacomo dal lontano 1952 e il duca, notoriamente così attenti all'etichetta da continuare - nonostante il restyling voluto da Blair dopo la scomparsa di Lady Diana - ad apparire a noi comuni mortali così lontani nel tempo e perfino nello spazio (la sovrana è intoccabile per l'etichetta) da risultare consustanziali all'idea stessa di monarchi europei.

Ma stavolta c'è un però di confronto a cui neppure "l'augusta sovrana" può far spallucce. E, trattasi, anche se la formula non s'usa più, di "pari a pari". Da oltre un anno il "papa regnante" del più piccolo stato europeo è Francesco. Uomo dell'anno e grande comunicatore, allergico come pochi alla pompa e ai formalismi che si usa tra sovrani regnanti e non solo. I suoi sono modi nuovi: per molti fin troppo spicci, per tutti d'effetto sicuro, con il popolo che apprezza a tutte le latitudini

E' il suo primo incontro con il pontefice romano che l' ha incontrata nell'auletta Paolo VI. Il colloquio con papa Francesco, non trattandosi di visita di Stato, è stato esentato dai canoni dell'ufficialità che solitamente si riserva ai Capi di Stato nei faccia a faccia nel Palazzo Apostolico. L'immancabile meravigliosa spilla appuntata sul petto e le perle al collo, senza cambiarsi d'abito, con la mano inguantata di bianco e rigorosamente ferma al momento dei saluti, la regina ha trascorso con il papa una ventina di minuti. Poi al momento del commiato e delle foto di rito, solo uno sguardo all'insù, lanciato come a scrutare il papa giusto oltre la falda del cappellino con fiorellini di colore lilla. E lì, come un guizzo di curiosità, è parso balenare in lei, nei suoi occhi circondati di rughe. Un attimo, appena colto dai fotografi, per questa fredda professionista del settore avvezza come nessuno nell'arte di incontrare presidenti - a colazione anche il nostro al Quirinale - reali e pontefici.

Il primo incontro di Elisabetta con un Papa risale al 1951, da principessa, a Roma con Pio XII; poi nel 1961 è stata la volta di papa Roncalli. Al suo secondo viaggio in Italia - era il 1980 - la regina ha incontrato in visita ufficiale papa Wojtyla. Ha rivisto il Papa polacco nuovamente nel 2000. La sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord ha incontrato anche Joseph Ratzinger il 16 settembre 2010 quando l'allora Pontefice andò nel Regno Unito.

Tornando all'incontro d'oggi, tutto si è svolto secondo prassi consolidate nei secoli, con le guardie svizzere a far da sfondo alle più belle sale del mondo. E anche se l'incontro con il papa di Buenos Aires ha coinciso per ironia della sorte proprio con l'anniversario dello sbarco delle truppe argentine nelle isole Falkland, tutto è filato liscio: di Malvinas non si è parlato. Papa Francesco le ha fatto anche un dono per il "nipotino", il principe George di Cambridge, figlio del principe William e della moglie Kate Middleton: un globo in pietra pregiata sormontato da un croce.

Forse non sapremo mai come la coppia reale abbia commentato l'incontro. Eppure c'è da scommettere che nonostante l'esperienza pluridecennale, il ruolo da comprimaria - ci sia consentito, vostra maestà britannica - le sarà stato stretto. Perché per la prima volta, segno dei tempi, anche senza Triregno, è stato il papa l'uomo del momento.Quello che anche il più potente sulla terra, il presidente Obama, ha fortemente voluto incontrare. E' solo lui il più conosciuto e amato del pianeta. E pazienza per la Regina, che dio salvi il nostro amato Papa .

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