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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2014 alle ore 12:10.
L'ultima modifica è del 11 aprile 2014 alle ore 12:20.

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Il mare di Sicilia esonda lo storico Thèàtre du Vieux Colombier di Parigi, ed è trionfo per "Triptyque du Naufrage" che approda al Teatro Biondo di Palermo con il primo episodio della trilogia: "Lampedusa Beach". Sembra una favola, l'iter di Lina Prosa, originaria di Calatafimi, prima donna drammaturga italiana alla Comèdie Francaise. Dopo l'inaspettato riconoscimento l'anno scorso con il premio "Bureau de Lecteurs" per " Lampedusa Beach", è tornata in scena a Parigi, registrando il sold out, prodotta sempre dalla Comèdie, che le ha commissionato, affidandole anche la regia, le altre due trance della trilogia del naufragio: "Lampedusa Snow" e "Lampedusa Way". Tre monologhi dal battito cardiaco siciliano, che affrontano un tema scottante, con tratto poetico piantato nelle viscere di una terra di cui la Prosa porta nel cuore il tatuaggio indelebile, e rappresentano il coraggioso tentativo dell'autrice di decodificare le ferite e il destino ondivago dei migranti africani.

La meta è l'Isola dei conigli, utopistico paese dei balocchi, che spesso si trasforma in antro infernale, in perfido cimitero senza croci, pronto a fagocitare corpi e miraggi. La Prosa, segue una linea di scrittura emotiva, è abile a tenere sul filo lo spettatore e trascinarlo in angoli ciechi di paradiso, tessendo sudari di sentimenti che traspirano odore di autenticità e di avventura esistenziale dolente e stremata, ma gonfia di dignità e anelito vitale. Il trittico, con scenografia essenziale e carica umana esplosiva, è una sorta di catarsi onirica per naufragare delicatamente con Shauba, Mohamed, Saif e Mahama, il contatto con gli attori è intenso, ravvicinato, empatico. Non si finge che la tragedia e l'orrore non si consumino, non s'investiga sul perché del male, non c'è retorica e finto buonismo, i nostri eroi clandestini sono angeli che sprofondano, patiscono, amano, sperano, in un mare innocente, la colpa è di chi specula, dei trafficanti di sogni spezzati.

"Lampedusa Beach" interpretata nella versione francese da Cèline Samie e nella nuova edizione italiana da Elisa Lucarelli è una prova d'attrice estrema, si recita in apnea, il mare sullo sfondo ingurgita Shauba, lei scende, scende, negli abissi, appesa agli occhiali da sole per vedere meglio come "una Mary Poppins con l'ombrello", fluttuano i sogni infranti, annegano le parole nel rifugio, inferno, tomba, torna a galla solo l'ennesima cronaca che ormai ci ha abituato allo scempio dei corpi senza nome che approdano a riva. Nonostante tutto "Ogni naufragio è unico, è uguale solo a se stesso" e la ricerca della felicità nella vita è sempre una conquista rinnovabile, Lina Prosa, ne conosce il segreto.

"Triptyque du naufrage" di Lina Prosa. Traduzione di Jean Paul Manganaro. Prima assoluta al Thèatre Vieux Colombier- Parigi- Regia di Lina Prosa

La prima parte del trittico: "Lampedusa beach" scritto e diretto da Lina Prosa, interpretato da Elisa Lucarelli, in replica fino al 18 maggio al Teatro Biondo di Palermo.

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