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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 10:24.
L'ultima modifica è del 18 aprile 2014 alle ore 10:34.

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Nei suoi occhi la forza di Piazza Tien'anmen e il desiderio di unicità e libertà. Xing Danwen è un artista cinese, poliedrica, capace di rinnovarsi costantemente, viaggiando attraverso stili linguistici diversi: dal video all'installazione, dalla fotografia, rigorosamente in grande formato, alla performance. Milano le dedica la prima personale italiana alle Officine dell'Immagine "Utopia" a cura di Silvia Cirelli, da giovedì 24 aprile al 28 giugno. Xing Danwen nasce nel 1967 a Xi'An, in Cina, un anno prima, era iniziata la Rivoluzione Culturale, l'artista cresce in quegli anni, in quelle scuole create espressamente per i nuovi rivoluzionari. La sua generazione verrà tradita dal regime, qualche decennio più tardi, scende in piazza con manifestazioni studentesche, i giovani rivendicano i diritti e subiscono una violenta repressione che sfocia nella rivolta di Tien'anmen nel 1989.

Eppure fra gli anni Ottanta e Novanta, in un momento storico così tragico, nascono le avanguardie artistiche cinesi. Xing Danwen arriva a Pechino in quegli anni, non dimenticherà mai la sera del 5 febbraio 1989 quando durante l'inaugurazione, della mostra "China / Avant-garde", una giovane e sconosciuta artista Xiao Lu entra al National Museum di Pechino e spara due colpi di pistola alla propria installazione "Dialogue".

La mostra viene chiusa immediatamente, l'artista arrestata e il Comitato organizzativo multato dal Governo. E' l'ultima volta in cui si potrà vedere insieme gli artisti cinesi dell'avanguardia, del movimento, nato quasi clandestinamente, che diventerà famoso con il nome di "New Wawe". Danwen si forma in quegli ambienti, ha una preparazione accademica legata ai vincoli artistici tradizionali, pittura e calligrafia, ma viene sedotta dalla fotografia: nessuno nel suo paese aveva mai utilizzato questo strumento come forma espressiva, le foto servivano solo a documentare. Il suo primo lavoro "Personal Diary China Avant-garde in the 90's" è una collezione di 350 foto scattate fra il 1993 e il 2003 in cui racconta la sua esperienza nell'underground.

Da sempre Xing Denwen mescola la sua storia privata, con l'altra, quella scritta con la S maiuscola, gli eventi della Cina, con quelli personali. La mostra apre con la serie "Urban Fiction", un progetto in progress che l'artista ha iniziato nel 2004, un indagine spietata sullo sfrenato sviluppo urbano in Cina negli ultimi anni e le implicazioni che ha portato nella vita sociale della popolazione. Anche ciò che sembra, all'apparenza armonioso, nasconde orrori contemporanei: disperazione, solitudine, potere corrotto, violenza, lussuria. Non c'è anima o vissuto nelle sequenze delle sue immagini di consumismo nevrotico: migliaia di computer distrutti, cellulari calpestati, una sposa fugge dal compagno e si rifugia in un labirinto, nessuno comunica con gli altri. Era questa la Rivoluzione Culturale?

Xing Danwen Utopia
a cura di Silvia Cirelli
Officine dell'Immagine
Via Atto Vannucci, 13
dal 24 aprile al 28 giugno
Catalogo in galleria
www.officinedell'immagine.com

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