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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 11:12.
L'ultima modifica è del 20 aprile 2014 alle ore 17:44.

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Dionigi di Alicarnasso la descriveva così: "Era fiorente e popolosa come nessun'altra delle città etrusche". Si tratta di Kaiseraie, più nota come Cerveteri, uno dei fulcri della civiltà etrusca e del Mediterraneo per quasi tutto il I Millennio a. C.. Sulla sua evoluzione ed espansione si concentra la mostra Gli Etruschi e il Mediterraneo. La città di Cerveteri, allestita fino al 20 luglio al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Il primo piano della prestigiosa location dunque si tinge di antico per un'occasione speciale: raccontare la più greca delle città etrusche e tra le principali metropoli del Mediterraneo insieme ad Atene, Cartagine e Roma.

Per i romani non sarà una novità assoluta, visto che hanno a disposizione la splendida collezione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Sarà comunque un modo per approfondire la propria conoscenza e per osservare da vicino reperti provenienti dal British Museum, dal Louvre (come il "Sarcofago degli sposi" esposto per la prima volta fuori da Parigi - anche se un esemplare simile è visibile a Villa Giulia), dal Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen e dall'Antikensammlung di Berlino. In totale si contano circa 400 manufatti tra sculture, per lo più in terracotta, vasi, fregi, anfore, brocche, tazze, ornamenti funerari e decorazioni architettoniche di importati santuari.

Il viaggio tra le sei sezioni che percorrono dieci secoli affascina, ci mette in contatto con una civiltà che interloquiva sia con il mondo greco (evidente l'influenza artistica) che con le popolazioni italiche. Si parte dal X secolo a. C., dalle tombe "a pozzo" che contenevano urne funerarie biconiche con oggetti personali (rasoi, fibule, ecc.), poi intorno alla fine dell'VIII sec. le tombe diventano importanti monumenti funebri (tumuli) che raggiungevano anche i 60 metri di diametro. Una di queste è la cosiddetta Regolini-Galassi (675-650 a. C.), qui ricostruita, che fu scoperta nel 1836. Il vasellame di lusso testimonia la presenza di famiglie aristocratiche sempre più parte integrante di Cerveteri.

Nel corso del VI-V secolo a. C. la città subì una trasformazione, sia sul piano ideologico che politico. I tumuli nelle necropoli cedono il passo alle tombe standardizzate, si costruiscono delle mura di cinta e il centro si arricchisce di santuari, simboli del prolifico fermento politico e religioso, adornati con decorazioni (teste in rilievo, acroteri realizzati in stile ellenico e statue di Eracle, figura centrale della cultura ceretana). Su tutti spiccano i due santuari di Pyrgi (porto della città, centro di scambio determinante) mai esposti prima d'ora. Infine sotto le statue si rilevano incisioni in latino: i Romani erano arrivati. Conquistarono Cerveteri nel 273 a. C., la città perse definitivamente la sua identità culturale e cedette alla "globalizzazione" dell'Impero.

Gli Etruschi e il Mediterraneo. La città di Cerveteri
Fino al 20 luglio
Palazzo delle Esposizioni, Roma
www.palazzoesposizioni.it

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