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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 10:50.
L'ultima modifica è del 18 aprile 2014 alle ore 22:35.

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Pier Paolo Pasolini sul set di Accattone, 1961 Angelo Pennoni / © Reporters Associati - RomaPier Paolo Pasolini sul set di Accattone, 1961 Angelo Pennoni / © Reporters Associati - Roma

Le immagini videoproiettate si inseguono, una dopo l'altra, ecco Pasolini insieme agli amici, con il fratello partigiano Guido, con i suoi alunni e la madre. Ad accompagnarle il rumore di un treno in viaggio, probabilmente assomigliava a quello che il poeta, regista, pittore e scrittore italiano più influente del XX secolo prese nel 1950 da Casarsa della Delizia per raggiungere Roma, anche se quel treno lo descriveva così: «Lento, come un merci».

Da quel momento la sua vita sarà segnata dalla città eterna, nel bene e nel male. Qui incontrò Alberto Moravia, Elsa Morante, Federico Fellini per cui scrisse le sceneggiature di "Le notti di Cabiria" e "La dolce vita", e qui sfornò "Ragazzi di vita" e girò "Accattone", "Mamma Roma", "Uccellacci e uccellini". È la stessa città che lo riempì di ingiurie, di accuse e che lo pugnalò alle spalle quel 2 novembre 1975, quando il suo corpo fu trovato sulla spiaggia di Ostia.

"Pasolini Roma" è il titolo della mostra allestita al Palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio, e che proseguirà il suo viaggio a Berlino dall'11 settembre. Qui troverete il pensiero e l'uomo Pasolini tra video, installazioni, fotografie, frammenti di film, manoscritti, sceneggiature, storyboard, articoli di giornali (c'è anche il famoso "Io so" pubblicato sul Corriere della sera nel 1974), disegni e dipinti («Leggo poco - scriveva nel 1941 in una lettera a Luciano Serra - dipingo molto in compenso»).

L'esposizione si divide in sette sezioni scandite cronologicamente. Parte da quel 1950, quando Pasolini arrivò a Roma, al fatidico 1975. In mezzo c'è l'universo pasoliniano insieme ai luoghi frequentati di quella Roma che amò e rinnegò. Fu a 39 anni, nel 1961, che girò il suo primo film, "Accattone", tra il quartiere Pigneto e Testaccio, tra l'Appia Antica e il barcone "Er Ciriola" ancorato al Tevere. Nello stesso periodo si moltiplicarono i processi contro di lui (in totale furono 26, tutti risolti con l'assoluzione). Divenne il "cantore delle borgate" e al contempo un capro espiatorio per la sua diversità, «un perseguitato», come si definiva lui.

Roma a un certo punto non gli offrì più quello che desiderava e così nel 1964 inizia a perlustrare l'Italia, da Milano a Palermo, con la sua millecento per girare "Comizi d'amore", il documentario sulla sessualità. «Il cuore mi batteva di gioia, di impazienza, di orgasmo. Solo con la mia millecento e tutto il Sud davanti a me. L'avventura comincia», scrisse. Per qualcuno, tanti, il suo sguardo era proiettato troppo in avanti, il suo pensiero anticipava i tempi: parlava di «vuoto del potere in Italia», della tv come «una terribile gabbia che tiene prigioniera l'intera classe dirigente italiana». Poi iniziò a scrivere "Petrolio" e girò "Salò", uno dei film più controversi delle storia del cinema.

Pasolini Roma
Fino al 20 luglio
Palazzo delle Esposizioni, Roma
A cura di Gianni Borgna, Alain Bergala, Jordi Balló
www.palazzoesposizioni.it

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