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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2014 alle ore 11:37.
L'ultima modifica è del 25 aprile 2014 alle ore 11:42.

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Lee Harvey Oswald, Dallas, Texas, November 22, 1963. Copyright Lawrence Schiller KopieLee Harvey Oswald, Dallas, Texas, November 22, 1963. Copyright Lawrence Schiller Kopie

È intitolata semplicemente "Lawrence Schiller", la personale che la Galerie Hiltawsky di Berlino dedica fino a giugno a questo ennesimo artista della macchina fotografica e non solo, passato alla storia per aver documentato Marylin durante il making off di Something's Got to Give ultimo film dell'attrice per altro non terminato. Alcuni fra i momenti più intimi mai scattati; per intendersi le famose scene della piscina in cui lei fa il bagno nuda che hanno fatto il giro del mondo e che sono state vendute per l'epoca ad un prezzo stratosferico; scorrendole con Marylin, Schiller le avrebbe detto : "tu sei già famosa ora rendi famoso me". Ed ancora l'unico a tramutare il funerale della Monroe in un dramma umano, la morte di una giovane donna che poco o niente aveva a che vedere con un evento pubblico, e questo lo ha mostrato attraverso l'autentico dolore di Joe Di Maggio come quello di un uomo qualsiasi che straziato accompagnava per l'ultima volta qualcuno che rispondeva soltanto al nome di Norma Jean Baker.

Lawrence Schiller viene considerato come uno dei pochi fotografi ad aver trasformato in vere e proprie icone personalità assolutamente disparate fra loro. Paradossalmente dopo aver subito un incidente che lo rese completamente cieco ad un occhio, inizia a fotografare in maniera ossessiva come se avesse sostituito questo senso con un organo meccanico amplificando in tale maniera una sua carenza. È a suo modo un cantastorie per immagini; L'uomo che ha raccontato le due facce dell'America per quanto scontato possa apparire adesso, da un parte l'ascesa del miraggio hollywoodiano di bellezza e ricchezza e dall'altra, la caduta epica del tanto vagheggiato mito del Sogno Americano aggiudicandosi le cover delle riviste di moda più accreditate .

E questo lo ha fatto attraverso le immagini di Disney, di Newman, Redford e dei Kennedy ( la cosa più vicina ad una dinastia reale degli Stati Uniti), e della relativa perdita dell'innocenza di una giovane nazione con la serie di foto di Lee Harvey Oswald, con le guerriglie dei quartieri poveri delle province e con la cronaca dei postumi degli LSD addicted. Ma anche una personalità piena di cinismo e sarcasmo. Ha affrontato le fasi oscure della Beat Generation fornendo a Norman Mailer il materiale documentato, la storia, le interviste ed ovviamente le foto, per l'opera che avrebbe valso a questo autore il Premio Pulitzer con Execution's Room, cronaca dell'esecuzione di Guy Gilmore.

La scelta di affidare a Mailer il soggetto avvenne perché Schiller era sicuro che solo una persona che avesse commesso a sua volta un omicidio (lo scrittore aveva ucciso la moglie), sarebbe stata capace di trasferire su un piano di scrittura drammaturgica il turbinio di sentimenti che un condannato a morte avrebbe dovuto provare. Nella seconda parte del libro, incentrata sulla figura del fotografo, tuttavia ne emerge il quadro di un uomo controverso che si potrebbe senz'altro definire un barracuda. Famosa anche la sua attività da regista, nell'arco della sua carriera ha realizzando numerosi progetti internazionali che gli sono valsi un gran numero di riconoscimenti. Ancora una volta vengono trasferite su un piano diverso di narrazione le visioni raccontate da Hemingway nel periodo d'oro dell'epopea americana che insieme a Francis Scott Fitzgerald segnano i picchi più alti di quella che a maggior ragione può avvalersi del titolo di una cultura tutta statunitense.

Berlino Galerie Hiltawsky
25 aprile – 7 giugno
Lawrence Schiller
www.hiltawsky.com
Ufficio Stampa
Nadine Dinter
presse@nadine-dinter.de

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