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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2014 alle ore 16:37.
L'ultima modifica è del 24 aprile 2014 alle ore 16:58.

Romilda Bollati (Imagoeconomica)Romilda Bollati (Imagoeconomica)

È lutto nel mondo dell'editoria per la scomparsa di Romilda Bollati, 82 anni, presidente dell'omonima casa editrice, che acquistò nel 1987 con il fratello, Giulio Bollati. A darne notizia è La Stampa, nelle pagini della Cultura. Amata da Cesare Pavese, si è spenta lunedì. Oggi a Torino i funerali, che la famiglia ha voluto in forma privata.

Nata a Parma, Romilda Bollati si trasferì a Torino, per raggiungere il fratello Giulio, negli anni della Seconda guerra mondiale. Da allora non se ne andò più, diventando discreta protagonista - in stile tipicamente sabaudo - della vita imprenditoriale e culturale della città.

Da giovane frequentò la casa editrice Einaudi, dove il fratello, al quale fu sempre molto legata, lavorava dal 1949. Donna dall'incredibile fascino, fu musa ispiratrice di Cesare Pavese, che si innamorò perdutamente di lei. Sarebbe proprio Romilda Bollati, infatti, la "Pierina" protagonista di alcune lettere dello scrittore.

Sposò l'industriale Attilio Turati, alla sua morte ereditò la guida della Carpano e Baratti, storica azienda con radici torinesi. Palazzo Carpano, nel centro del capoluogo piemontese, diventò anche il salotto buono di Torino, crocevia di industriali, politici, intellettuali.
Si risposò nel 1982 con l'ex ministro Antonio Bisaglia, morto un anno dopo in un incidente di barca.

Qualche anno dopo, nel 1987, acquistò con il fratello - a cui era legatissima - la casa editrice Bollati Boringhieri. Romilda Bollati la gestì fino al 2009, quando la cedette al gruppo Gems di Mauri e Spagnol.

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