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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2014 alle ore 19:06.

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Toni Servillo diventa cittadino onorario di Napoli dopo l'Oscar per miglior film straniero conquistato da «La grande bellezza» di cui era protagonista. Nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino il sindaco Luigi de Magistris ha consegnato all'attore e regista, originario di Afragola, nell'hinterland Nord di Napoli, la medaglia della città e la pergamena con le motivazioni del riconoscimento. Il riconoscimento, si legge nel documento letto dal primo cittadino, «per aver profuso grande passione umana e professionale, per contribuire con la sua arte a portare nel mondo intero la cultura di Napoli, che resta il nostro miglio biglietto da visita».

Dopo aver firmato il libro d'onore, ringraziando «con emozione profonda e riconoscenza questa città che amo», Servillo ha preferito rivolgersi ai ragazzi presenti tra il pubblico, «alla faccia del cinismo che vorrebbe che parlassi solo dei guai di Napoli e alla faccia delle celebrazioni, che vorrebbero che raccontassi solo la mia storia». Alle nuove generazioni il Jep Gambardella-Servillo ha raccontato il suo incontro con Napoli da adolescente, quando «é più forte quel sentimento di mancanza che si può misurare con il desiderio di raggiungere una totalità personale». In questa fase «ho compreso l'importanza dell'empatia, di riconoscersi nell'altro, che é l'avventura del teatro e che é la stessa Napoli».

Il sindaco de Magistris ha poi chiesto al «concittadino» di «restare sempre vicino alla città con spirito costruttivo e libero, sprondandoci a scoprire sempre di più il senso di appartenenza e di orgoglio per Napoli». Nella delibera del Comune si mette in evidenza l'intreccio con il capoluogo campano nella carriera di Servillo, «attraverso interpretazioni di testi di autori napoletani, sempre rifuggendo dalle icone, dai luoghi comuni e dagli stereotipi che accompagnano rappresentazioni antiche e obsolete della città». Sono inoltre ricordate le sue interpretazioni con il gruppo 'Falso Movimento', la creazione di Teatri Uniti e gli spettacoli di Moscato, Viviani, De Filippo, e a le parti recitate per il grande schermo, interpretando personaggi «vicini alla dura e cruda realtà del nostro territorio».

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