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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2014 alle ore 09:25.

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«C'era una volta il progetto di costruire una nave magnifica». Comincia come una favola il corto "Ciao mamma" girato a Napoli tra le vele di Scampia, e della favola ha molti ingredienti. C'è un'eroina protagonista, la piccola Maria, in procinto di traslocare controvoglia da Scampia alla vicina Melito. Ci sono i suoi aiutanti, gli amici Gennaro e Mimi, impegnati con lei in una fantomatica caccia al tesoro con tanto di mappa e di formule magiche. Ci sono gli antagonisti, i pirati, quel nugolo di delinquenti e spacciatori che ha finito per infestare ogni angolo delle vele. E c'è un viaggio alla scoperta di sé con un finale a sorpresa che è una rivelazione per tutti.

Il laboratorio Mina
"Ciao mamma" (guarda la clip) è uno dei cinque corti realizzati dal laboratorio Mina, dedicato a Gelsomina Verde, vittima innocente di camorra a soli 22 anni e finanziato da Cattleya e da Sky. Firmato dal regista e documentarista Carlo Luglio ("Capo Nord", "Sotto la stessa luna", "Cardilli addolorati"), scritto da otto ragazzi del laboratorio con lo scrittore Massimiliano Virgilio e prodotto da Figli del Bronx in collaborazione con Arcopinto, "Ciao mamma" è un'opera di 27 minuti che racconta Scampia con gli occhi di Maria (Valentina Migliacci). Maria, che conosce tutto - il degrado, l'abbandono, il disagio - ma non vuole andarsene. Maria, che si prende cura di una neonata (e della sua mamma tossica, interpretata da Dalal Suleiman), salvandola da un principio di incendio. Maria, che vive con dolore il distacco dal suo vero tesoro, rivelato alla fine.

Le vele come navi che affondano
E così, sospeso tra il gioco e il dramma, lo spettatore percorre le vele avanti e indietro, accompagnato da alcuni brani (la voce off di Maria) tratti dal racconto "La ciurma dei bambini e la sfida al pirata Ozi" di Davide Cerullo, fondatore a Scampia del Centro Insieme. «Quando tutti furono imbarcati, le vele spiegate, i marinai ai posti assegnati - racconta la bambina all'inizio del cortometraggio - la nave non accennò al minimo movimento. Non ci fu nessuna partenza, nessun viaggio, nessun saluto». In una manciata di parole la metafora delle vele, un sogno architettonico rivoluzionario che si è miseramente infranto contro la realtà. «Eh, le vele. Maria, questa è una nave che affonda», dice la signora dell'alimentari (l'attrice Loredana Simioli) alla bambina mentre le vende il latte. «E noi affondiamo con lei», replica il piccolo Gennaro in un momento di consapevolezza.

Non solo Gomorra
Eppure questa Scampia non è la Scampia senza speranza di Gomorra: è anche un magma di desideri e di amicizie, di giochi e di comunità. È un luogo in cui i bambini piantano sul tetto una bandiera con la scritta "La casa è un diritto" anche se non riescono a leggere la frase completa e si fermano prima, a "La casa... è un", forse perché di diritti ne vedono ben pochi.

Giovedì la proiezione a Scampia
Giovedì 8 maggio, dalle 20 in poi, i cinque lavori cinematografici prodotti dal laboratorio Mina (trasmessi su Sky Cinema Cult e disponibili su Sky On Demand) saranno proiettati nei pressi della vela gialla. Un evento voluto anche dal Comitato Vele Scampia, da Associazione (R)esistenza e da Laboratorio Insurgencia per chiedere di nuovo a gran voce l'abbattimento delle vele e la riqualificazione dell'area. Con una narrazione alternativa, che si allontana dallo stereotipo malavitoso e lascia spazio alla possibilità di un domani diverso.

Il potere della fantasia
«Non volevamo essere retorici né affondare il dito nella piaga», osserva il regista. «Abbiamo voluto semplicemente mostrare, anche alle istituzioni, l'umanità che c'è in quei luoghi». Attraverso la fantasia le lavatrici rotte ammassate alla rinfusa diventano scialuppe abbandonate. Lo spacciatore diventa il capitano Barbablù. La mamma tossica si trasforma in una maga. La scenografia naturale delle vele disegna ponti, stive e labirinti. E i piccoli cercatori possono persino immaginare per sé un futuro diverso dalla droga e dalla camorra, abbandonando la terra Madre per nuovi lidi. Magari andando via vestiti di azzurro a bordo di un'Ape carica di scatoloni, immagine postneorealista di un'Italia dilaniata da una nuova guerra.

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