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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2014 alle ore 11:35.

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Se non avete mai letto La Storia, il discusso e intenso romanzo di Elsa Morante, o l'avete letto molti anni fa (troppi, nel caso del sottoscritto), sarà una sorpresa piacevole e stimolante partecipare allo spettacolo che ne ha estratto Agnese Grieco, interpretato magistralmente da Ida Marinelli, affiancata dalla cantante e co-autrice Anne Lisa Nathan, nella Sala Bausch del Teatro Elfo Puccini di Milano.

Siamo nella Roma della guerra e dell'immediato dopoguerra, e Ida è anche il nome della protagonista del romanzo morantiano, Ida Ramundo vedova Mancuso che con il figlioletto Useppe – frutto di uno stupro perpetrato da un militare tedesco – costituisce il centro di un mondo poetico, vitale e fanciullesco che si contrappone, appunto, alla forza barbara e razionale della Storia. Dell'insolita famiglia fanno parte poi Nino, il figlio nato nel matrimonio, e la cagna Bella, simile nella descrizione alla più nota omonima protagonista di film tv.
A complicare le implicazioni storiche e psicologiche va detto che Ida Ramundo è ebrea per l'intera ascendenza materna. Doppiamente vittima, quindi: prima per la sua condizione di reietta a seguito della promulgazione delle vergognose leggi razziali e dopo in quanto preda dell'incontinente quanto solitario soldato germanico.

Dei fatti, dei rapporti, delle psicologie dei personaggi del romanzo lo spettacolo non può – e non deve – rendere conto se non per citazioni, emozioni, suggerimenti ambientali. Eppure l'apparente frammentarietà del costrutto drammaturgico raggiunge la sua efficacia proprio nel suggerire e casomai stimolare all'approfondimento e alla conoscenza del testo letterario.
Ida Marinelli, intensa ed essenziale come solo le grandi interpreti nella loro maturità, è l'attrice che racconta; ma le basta un leggero incurvarsi delle spalle per trasformarla nell'Ida del romanzo. Così come un piegare appena la testa in su e la mano in tasca ci dicono che è Nino, il figlio adolescente e un po' sbruffone, a parlare. E ancora le basta indossare un berretto militare e nello sguardo pare passarle l'innocenza perversa del giovane stupratore tedesco, originario della bavarese Dachau e ancorché ignaro dell'infamia cha la storia legherà a quel luogo.

Una grande prova d‘attrice, che affascina e commuove a tratti il pubblico, non lasciando per un solo attimo che l'attenzione cali e restituendo a quei frammenti di romanzo tutta l'intensità stupita e innocente che il fanciullino Useppe condensa nel suo linguaggio inventato, in cui Addela Ole significa "bandiera tricolore".
Da ricordare il contributo – oltre che come coautrice insieme a Agnese Grieco – della voce di mezzosoprano di Anne Lisa Nathan, che con la stessa metodica e poetica frammentarietà propone melodie struggenti della tradizione ebraico sefardita.

Ida Marinelli
Addela Ole

Progetto e regia di Agnese Grieco con Anne Lisa Nathan
al Teatro Elfo Puccini di Milano
fino al 25 maggio

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