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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2014 alle ore 16:07.

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Questo numero parlerebbe di come il governo è diventato alla mano. Peccato che, cover story a parte, il resto del giornale si configuri come una rivista snob-chic per cinquantenni (anche un po' maiali). Non mi riferisco ai lettori, ma alla proiezione che il giornale fa di loro e del loro stile di vita. Il sexting da nascondere, la passione sempre ai limiti del legale per la Camila Giorgi di turno ed ecco che IL 61 fa da sfondo migliore per il governo Berlusconi che per quello "Tweet e Coca-Cola", di cui vorrebbe parlarci con affettata informalità.
E nel mentre finge di avvolgersi nella carta del salumiere, ecco che invece apre scorci di mondo familiari solo a un deputato di House of Cards, il cui lato più Animal è naturalmente la relazione losca con una che è l'equivalente di Camila Giorgi nel mondo del giornalismo politico.

Ed eccoci di fronte a gente che prende aerei privati per andare a comprare dei Francis Bacon (non ce l'ho con la geniale curatrice della Gagosian, ma con l'artista concettuale che svolazza in jet scacazzando opere d'arte qua e là), gente che come Alberto Mingardi si bulla di essere contro la tassazione sui redditi alti, gente che si commuove leggendo la storia dell'antica barberia romana dove ministri, politici, nobili e uomini di potere della capitale si fanno sbarbare col rasoio personale siglando trattati a mento insaponato.
E chi di noi non verrebbe solleticato in ogni sua ghiandola da quest'immagine? Be', per esempio gente normale, gente che non scarica app di sms cleaner, gente il cui primo pensiero non è essere smascherati dal Gps a Busto Arsizio con la escort anziché a un convegno a Roma, gente che non si eccita quando Kevin Spacey nei panni di Frank Underwood, dopo un animalesco scambio di favori professional-sessuali con la rampante giornalista ventenne di turno, dice che «tutto nella vita riguarda il sesso, mentre il sesso riguarda il potere».

Per fortuna, arriva Guia Soncini ad inchiodarli tutti ai water dove passano le notti a sextare selvaggiamente alle spalle delle mogli addormentate. Tutto molto giusto, ma come fa a conoscerli così bene, questi individui? Semplice, perché all'altro capo del telefono c'è lei, che non dorme mai, perché a ogni ora del giorno e della notte in qualche fuso orario ci sono almeno tre mariti chiusi in bagno a sextare con lei (che intanto twitta, scrive e guarda la tele).
Anche il meraviglioso saggio di Andrea Minuz sulla follia recensoria in Rete potrebbe offrire spunti pericolosi ai famosi cinquantenni amici-di-dito della Soncini, che, mentre noi poveri plebei continuiamo a fare cose stupide come mettere cinque stelline ad Auschwitz su TripAdvisor, potrebbero avviare un nuovo sito miliardario di recensioni d'escort d'alto bordo.

Alla ricerca di teorici che corroborino un sereno abbandonarsi al sesso, al mercato, alla rete, e al mercato del sesso sulla Rete, Guido Vitiello presenta il libro (di una donna) Siamo tutti puttane: un inno femminista pro-porno all'accettazione serena dell'inestricabilità di sesso e potere.
L'unico puro, in tutto questo torbido rutilare di soldi e godimento, è Francesco Pacifico, che pone alla gallerista domande naïf da bambino delle elementari, del tipo «Ma quelli che trasportano le opere di Koons si chiamano accompagnatori?». Allora, Francesco, metti giù l'aspersorio un attimo che ti spiego quali sono gli accompagnatori e quali le accompagnatrici… Nel frattempo, qualcuno chiami Hodor di Game of Thrones e gli affidi l'Intervista Larga, che forse ci andiamo meglio.

Insomma, a conti fatti, nel numero "friendly", c'è ben poco di spogliatoio, oratorio & salumeria. Per fortuna, il coloratissimo e vitale pezzo di Cerasa su Chigi by Night rimette in piedi la baracca, e restituisce un po' di coordinate familiari a noi umani, persino a chi odia Renzi al punto che «non andrebbe mai a letto con un suo elettore»: riscendiamo nel pianeta dei salamini e dei palloni, anche a costo dell'approssimazione, ritorniamo nel mondo dei calci al pallone, dei cuoricini, dell'incoscienza e (purtroppo) anche dello yoga.
Se un'illustrazione con Renzi in mutande, causa pancetta, non vi farà perdere il prossimo super-premio di grafica, penso che vi ringiovanirà tutti: il Re è nudo, ma almeno non frequenta EscortAdvisor.

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