Festival Interplay, la danza è giovane

(foto di Cinzia Camela)

Tesa, priva di orpelli, calibrata al millimetro e ritmata da cambi repentini di registro emotivo, "The hill" è una prova di padronanza compositiva del trentenne coreografo israeliano Roy Assaf che, insieme con due danzatori in T shirt e pantaloni, disegna un terzetto irresistibile, fra pose guerresche e squilli di tromba, marcette e atteggiamenti di scanzonato cameratismo, loop di danze tradizionali e increspature drammatiche che appaiono come fossero flash.

Questo brano, validamente appaiato a "Caìda libre" (a più alto tasso di pathos e minore di humour) di Sharon Fridman, ha aperto la quattordicesima edizione del festival internazionale di danza contemporanea Interplay. Una manifestazione, diretta da Natalia Casorati, che intercetta la ricerca coreografica italiana e internazionale concentrandola in una vetrina significativa delle nuove tendenze: nomi che sono diventati un punto di riferimento, accanto alle più giovani leve, artisti che vengono da lontano e da vicino.
Intenso come d'abitudine, il programma attrae un folto pubblico giovane, ma non soltanto, fidelizzato negli anni e abituato a spostarsi come una tribù variopinta fra le diverse location teatrali e urbane di Torino.

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Festival Interplay, giovane è la danza

Fra i punti di forza di Interplay anche la capacità di tessere reti: i network Anticorpi XL e Dance Roads - sostenuto da Europa Cultura - sono i partner principali. Dei ventidue coreografi ospitati quest'anno dal festival torinese, citiamo almeno i sei selezionati da questo circuito internazionale che apre strade per la danza: il francese Teilo Troncy, l'olandese Jasper Van Luijk, Sarah Bronsard da Montréal, la britannica Jo Fong e gli italiani Daniele Albanese, dal segno compositivo forte e originale, e Andrea Gallo Rosso, finalista del premio Equilibrio 2014.
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