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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2014 alle ore 07:57.

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Quello che copre le pietre della grande cavea del teatro greco di Siracusa è un paesaggio di rovine composto di segni astratti, arcaici, di forme geometriche subito riconducibili al suo autore: lo scultore Arnaldo Pomodoro. Una superficie accidentata di frammenti architettonici e di sabbia, e al centro un grande porta di bronzo che identifica la città di Argo. Sono gli elementi scenografici che accolgono la saga della famiglia degli Atridi raccontata da Eschilo nell'"Orestea". Si festeggiano, con l'intera trilogia divisa in due diversi spettacoli "Agamennone" e "Coefore/Eumenidi", i cento anni della Fondazione Inda, l'Istituto Nazionale del Dramma Antico, che continua, in quel luogo sempre suggestivo che è il teatro greco, il Ciclo di Rappresentazioni Classiche. La scelta registica per il centenario è caduta su Luca De Fusco e Daniele Salvo. Il primo firma "Agamennone", il secondo "Coefore/Eumenidi". Dopo il ritorno, da vincitore, in Argo dell'altezzoso re, lo attende una morte cruenta per mano della moglie Clitennestra, e dell'amante Egisto, che vendica l'aver immolato la figlia Ifigenia a propiziazione del buon esito della guerra contro Troia. Il destino di sangue degli Atridi si protenderà nelle "Coefore", per placarsi solo nelle "Eumenidi", dove una giustizia a misura umana prenderà il posto delle faide barbariche. Ecco quindi nella seconda e terza parte la tragedia di Oreste; che vendica, con la complicità della sorella Elettra, la morte del padre uccidendo sia la madre assassina, sia l'usurpatore Egisto. Lo guida Apollo. E verso il tempio del dio, a Delfi, lo sventurato si avvia dopo il duplice delitto. La profetessa Pizia vede con orrore le Erinni che assediano Oreste nel tempio delfico. Apollo esorta il figlio di Agamennone a non temerle, mentre l'ombra di Clitennestra , cui preme invece il compimento della vendetta sul figlio matricida, esalta le puzzolenti creature della Notte. Che sono le vere primattrici della terza parte, anche quando, sull'Acropoli dove Oreste chiede protezione ad Atena, e verrà assolto dal matricidio, si "normalizzano", convinte dalla dea. Nasce così l'Aeropago.

Se scarna e senza picchi è la messinscena di De Fusco, che fa emergere, sepolti nella sabbia, prima i cittadini ormai anziani di Argo, poi da una semisepolta imbarcazione anche il sopravvissuto Agamennone; e se si avverte una mano registica quasi del tutto assente non trovando nessi tra l'azione drammatica, gli elementi scenografici e una recitazione poco amalgamata che sembra privilegiare i monologhi a scapito di una lentezza e staticità nei personaggi; quella di Salvo preme, invece, sulla spettacolarizzazione, padrone della cavea che conosce e domina bene. Tra fumi, effetti speciali, luci, sbandieramenti, affollamento di comparse, e una colonna sonora predominante, il tutto da risultare nell'insieme eccessivo, riesce però a restituire soprattutto nella prima parte, una dimensione più intima: nell'incontro dei due fratelli, fragili e trepidanti sorretti da un'ispirazione ribelle che invasa Oreste e trasmette alla turbata Elettra, figure che si stagliano con grande statura tragica, quindi umana. E sono Francesca Ciocchetti e Francesco Scianna, bravissimi entrambi, con Scianna che padroneggia per presenza scenica, tensione interpretativa e slancio declamatorio dosati con matura sensibilità. Svetta, naturalmente, la Clitennestra di Elisabetta Pozzi (anche nell'"Agamennone"), e, tra gli altri, Ugo Pagliai e Piera Degli Esposti, rispettivamente Apollo e Atena.

"Agamennone", traduzione Monica Centanni, regia Luca De Fusco, scene e costumi Arnaldo Pomodoro, musiche Antonio Di Pofi, movimenti coreografici Alessandra Panzavolta. Interpreti: Elisabetta Pozzi, Mariano Rigillo, Massimo Venturiello, Giovanna Di Rauso, Andrea Renzi, Mauro Avogadro.

"Coefore/Eumenidi", regia Daniele Salvo, scene e costumi Arnaldo Pomodoro, musiche Marco Podda; interpreti: Francesco Scianna, Francesca Ciocchetti, Alessandro Romano, Elisabetta Pozzi, Antonietta Carbonetti, Graziano Piazza, Marco Imparato, Paola Gassman, Ugo Pagliai. Al teatro greco di Siracusa fino al 22 giugno a sere alterne con "Le vespe" di Aristofane, regia di Mauro Avogadro. L'"Orestea" andrà in scena al Teatro Grande di Pompei il 27 e 28 giugno. www.indafondazione.org

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