Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 16:42.

My24
Una scena del film «Walesa - L'uomo della speranza»Una scena del film «Walesa - L'uomo della speranza»

Il cinema biografico è ancora protagonista nelle nostre sale: dopo i film su Grace Kelly («Grace di Monaco») e su Linda Lovelace («Lovelace»), usciti in maggio, questa settimana è il turno di Lech Walesa, raccontato dal grande regista polacco Andrzej Wajda.
Tra le novità, anche l'interessante «Incompresa» di Asia Argento e il deludente thriller «3 Days to Kill» con Kevin Costner.
Il titolo più atteso è indubbiamente «Walesa – L'uomo della speranza», presentato fuori concorso all'ultima Mostra di Venezia.

La pellicola è incentrata sulla vita di Lech Walesa, operaio fondatore di Solidarność (prima organizzazione sindacale indipendente del blocco sovietico), Nobel per la pace e Presidente della Polonia dal 1990 al 1995. L'intervista concessa a Oriana Fallaci all'inizio degli anni '80 costituisce il tessuto narrativo del film.
Con piglio deciso e forte rigore formale, Andrzej Wajda (tra i suoi lavori «Cenere e diamanti» e «L'uomo di marmo») ne ha descritto la metamorfosi, da elettricista sconosciuto a leader di un movimento di straordinaria importanza.
Pur cadendo in qualche didascalismo di troppo, il regista polacco, classe 1926, ha realizzato un'altra opera di grande contenuto dopo il toccante «Katyn» del 2007.
Convincente il protagonista Robert Wieckiewicz, efficace Maria Rosaria Omaggio nei panni di Oriana Fallaci.

Dal Festival di Cannes arriva invece «Incompresa», il nuovo lungometraggio firmato da Asia Argento. Presentato all'interno della sezione Un Certain Regard della kermesse francese, il film è ambientato a Roma nel 1984 e ha per protagonista la piccola Aria, di soli nove anni. I suoi genitori (interpretati da Gabriel Garko e Charlotte Gainsbourg) stanno per divorziare e sono troppo assorbiti dalle loro carriere professionali per poter badare a lei adeguatamente.

Ricco di riferimenti autobiografici (i genitori della regista sono Dario Argento e l'attrice Daria Nicolodi), è un film indubbiamente sentito e personale, onesto seppur troppo caricato dal punto di vista stilistico, soprattutto nella seconda parte. Le cadute non mancano, ma si possono perdonare grazie all'evidente sincerità di fondo, dimostrata anche dalla frase conclusiva pronunciata dalla giovanissima protagonista (Giulia Salerno).
Il cast è però altalenante, anche a causa di una Charlotte Gainsbourg meno ispirata del solito.

Infine, una menzione negativa per «Three Days to Kill» di McG con Kevin Costner. L'attore interpreta un agente della Cia che scopre di avere una grave malattia in stato terminale: gli restano pochi mesi di vita e vuole occuparli dedicandosi alla sua famiglia. Ma i servizi segreti hanno per lui idee differenti.
Scritto malamente da Luc Besson (in coppia con Adi Hasak), «Three Days to Kill» è un thriller che sa troppo di già visto, ricco di cliché e di soluzioni drammaturgiche che sarebbero state originali all'inizio degli anni '90.
Il regista McG si conferma un pessimo mestierante: dopo «Charlie's Angels» e «Una spia non basta», la sua nuova pellicola evidenzia ancora di più tutti i difetti della sua insipida messa in scena. Kevin Costner s'impegna, ma non basta.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi