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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 16:24.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 15:37.

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Sui banchi di scuola la Grande Guerra viene spesso studiata per sommi capi: gli insegnanti dedicano più attenzione al secondo conflitto mondiale, che ha condotto all'immane tragedia dell'olocausto e alla divisione del mondo in due blocchi contrapposti, occidentale e socialista. Ma alla Guerra 1914-18 presero parte sei milioni di italiani, con 750 mila morti tra caduti in battaglia e vittime civili. Quel conflitto ci costò 157 miliardi di lire (il Pil in quel periodo era di 95 miliardi), un impegno economico che salì a 213 miliardi, includendo gli oneri finanziari che hanno pesato sul bilancio statale per più di 60 anni.

Il programma delle iniziative promosse dal governo per il centenario della Prima guerra mondiale è stato illustrato il 30 maggio a Roma dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti e dal presidente del comitato storico-scientifico senatore Franco Marini. Alla conferenza stampa è seguita, nella Gipsoteca del Vittoriano, l'inaugurazione di due mostre dal titolo: "La Prima guerra mondiale, 1914-1918. Materiali e fonti" e "Teatri di Guerra. Fotografie di Luca Campigotto", presente il capo dello Stato Giorgio Napolitano.

La data di inizio delle commemorazioni è stata fissata nel 2014, a cento anni dallo scoppio del conflitto, in tutti i paesi coinvolti, anche se l'Italia entrò in guerra il 24 maggio 1915, per la valenza sovranazionale dell'evento e per le conseguenze che si avvertirono subito anche nel nostro paese. Anzi, non andrebbe dimenticato che già nell'estate 2014 furono mandati a combattere (e a morire) sul fronte russo migliaia di soldati di lingua italiana (o ladina) del Trentino, di Trieste e di Gorizia arruolati nell'esercito austriaco. La componente italiana nell'Impero d'Austria-Ungheria era circa il 2% della popolazione complessiva. Come auspicato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il principio ispiratore del centenario è il recupero della memoria storica, da condurre anche mediante la riscoperta e la valorizzazione di luoghi e monumenti che furono epicentro di eventi civili e militari durante il conflitto.

La mostra "Materiali e fonti" propone un percorso culturale e storico nella Grande Guerra attraverso testi originali o provenienti da collezioni. Si va dalle scritture di guerra ai documenti dell'archivio del ministero degli Esteri, dalle opere dei futuristi ai rari volumi d'artista della Biblioteca nazionale centrale di Firenze mai esposti prima, dalle sentenze dei tribunali militari a fotografie e filmati d'epoca che raccontano il fronte "da dentro". Citiamo, ad esempio, il celebre messaggio di Benedetto XV ai capi delle nazioni belligeranti (in francese) dove - era l'agosto 1917 – il papa implorava una pace che mettesse fine alla «lutte terrible, qui apparait de plus en plus un massacre inutile»; ma è esposto anche un grammofono, tra i primi costruiti, a ricordare che nel conflitto, per la prima volta i soldati nelle retrovie ascoltavano un po' di musica, soprattutto brani di opere liriche e canzoni popolari.

L'esposizione sui "Teatri di guerra" è invece un racconto per immagini dei luoghi simbolo del conflitto ritratti a un secolo di distanza. Gli scatti di Campigotto spaziano dalle Dolomiti al Carso, dall'Adamello al Pasubio, seguendo camminamenti, mulattiere e gallerie, entrando nei bunker e nelle caverne, tra scenari impervi e quasi inaccessibili.
La struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della presidenza del Consiglio ha attivato anche il portale www.centenario1914-1918.it, costituito da un grande archivio di immagini d'epoca, possedute da istituzioni diverse (archivi, musei, biblioteche), rendendo consultabile sul web un importante patrimonio documentario poco conosciuto o del tutto inedito.

Il 5 o 6 luglio il sacrario di Redipuglia ospiterà invece il concerto-evento diretto dal maestro Riccardo Muti, trasmesso in diretta su Rai Uno: sarà uno degli avvenimenti di maggior rilievo per attirare l'attenzione mondiale sul ricordo dell'immane carneficina. È attesa la presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dei capi di Stato di Austria, Slovenia e Croazia.

Numerosi progetti sono stati predisposti per il centenario della Grande Guerra in Trentino: interventi di restauro e di recupero, attività di ricerca e studio, formazione per le scuole, promozione turistica e comunicazione. La XX edizione della manifestazione "I Suoni delle Dolomiti" propone una serie di eventi in luoghi ricchi di testimonianze, come occasione per riflettere sulle tragedie del passato e per lanciare un messaggio di pace e di fratellanza fra i popoli. Un significato particolare avrà il trekking sul Monte Pasubio, dove il conflitto fra gli eserciti italiano e austriaco fu particolarmente cruento: nelle giornate dell'1, 2 e 3 luglio (con concerto conclusivo alle ore 14 di giovedì 3, al rifugio Vincenzo Lancia), Mario Brunello e i componenti del Signum Saxophone Quartet (due sloveni e due tedeschi) ripercorreranno trincee, gallerie e camminamenti suonando musiche scritte durante gli anni della Grande Guerra. Musica e parole, invece, domenica 27 luglio sull'Altopiano di Folgaria, tra i pascoli dove si notano ancora i segni lasciati dalle bombe, con la tromba di Paolo Fresu e lo specialista di "bandoneon" Daniele di Bonaventura: suoni evocativi all'insegna dell'incontro fra jazz e profumi mediterranei. Durante il concerto ci sarà anche un intervento del giornalista e scrittore Paolo Rumiz.

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