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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2014 alle ore 22:27.
L'ultima modifica è del 11 giugno 2014 alle ore 11:38.

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Paolo Virzì batte tutti: «Il capitale umano» è stato premiato con il David di Donatello per il Miglior Film, superando la concorrenza de «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino.
Dopo aver diviso la critica al momento dell'uscita in sala, la pellicola del regista toscano, che bissa il successo ottenuto nel 1996 con «Ferie d'agosto», si è aggiudicata il riconoscimento più importante del nostro cinema.

Il film, una spietata riflessione sulla crisi economica, ha trionfato anche in altre sei categorie, comprese quella per la Miglior Sceneggiatura e per il Miglior Montaggio.
Paolo Sorrentino si è dovuto "accontentare" del titolo di Miglior Regista e di altre otto statuette: dalla Miglior Scenografia ai Migliori Costumi, passando per la Miglior Fotografia e per i Migliori Effetti Digitali.

Tra gli interpreti maschili, il titolo di miglior attore protagonista è andato a Toni Servillo («La grande bellezza») e quello di miglior attore non protagonista a Fabrizio Gifuni («Il capitale umano» di Paolo Virzì), mentre tra le attrici sono state premiate Valeria Bruni Tedeschi (protagonista) e Valeria Golino (non protagonista), entrambe per «Il capitale umano». Menzioni tecniche per «Song 'e Napule» dei fratelli Manetti: miglior musicista e miglior canzone.

Meritati i titoli di miglior regista esordiente a Pif per l'intenso «La mafia uccide solo d'estate», presentato in concorso al Torino Film Festival e vincitore anche del David Giovani, di miglior documentario a «Stop the Pounding Heart» di Roberto Minervini e di miglior cortometraggio al toccante «37° 4 S» di Adriano Valerio.

Nella categoria per il miglior film straniero ha vinto «Grand Budapest Hotel» dell'americano Wes Anderson, in quella per il miglior film dell'Unione Europea ha trionfato «Philomena» dell'inglese Stephen Frears.

Diversi i premi speciali andati, tra gli altri, a Sophia Loren, Marco Bellocchio e Carlo Mazzacurati, regista scomparso in seguito a una lunga malattia il 22 gennaio scorso.

Da segnalare i sempre evidenti difetti di una cerimonia, ricca di gaffe e di momenti imbarazzanti, incapace di omaggiare adeguatamente il cinema italiano.

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