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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2014 alle ore 09:32.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:49.

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Dai palcoscenici di Broadway alle sale italiane: questa settimana arriva al cinema «Jersey Boys», trasposizione per il grande schermo del celebre musical vincitore di quattro premi Tony. Alla regia di questo interessante adattamento Clint Eastwood, che torna dietro la macchina da presa a tre anni di distanza da «J.Edgar».

Tra le nuove uscite, da segnalare anche l'affascinante (ma imperfetto) «Synecdoche, New York» di Charlie Kaufman e l'insipido «Tutte contro lui», con protagonista Cameron Diaz.
Indubbiamente, il titolo più atteso del weekend è proprio «Jersey Boys», film che racconta la storia del noto gruppo musicale The Four Seasons: dalla formazione al successo e dallo scioglimento all'ingresso nella Hall of Fame.
Eastwood, che aveva già messo in scena la vita di una celebrità come Charlie Parker in «Bird» (1988), dirige con la consueta sicurezza una pellicola dal sapore vintage, tradizionale ma godibile dal primo all'ultimo minuto.
Aiutato dall'ottima fotografia (classica) del fidato Tom Stern, il regista costruisce una narrazione solida e, pur senza prendersi grandi rischi, propone una pellicola che fa bene il suo dovere, alternando i punti di vista dei quattro membri del gruppo che confessano le proprie sensazioni agli spettatori.
Il cast non è però sempre all'altezza, a partire da un macchinoso John Lloyd Young nella parte del cantante Frankie Valli.
Decisamente più ambizioso è «Synecdoche, New York», esordio alla regia di Charlie Kaufman, sceneggiatore di «Essere John Malkovich» di Spike Jonze e di «Se mi lasci ti cancello» di Michel Gondry.
Presentato al Festival di Cannes del 2008, il film ha trovato finalmente una distribuzione nelle nostre sale, dopo la prematura scomparsa del protagonista Philip Seymour Hoffman, avvenuta lo scorso febbraio.

L'attore interpreta Cade, un regista teatrale che sta attraversando un momento di grande confusione mentale. Sempre più solo e insoddisfatto, decide di riunire un gruppo di attori chiamati a mettere in scena la sua stessa vita.
Contorto, macchinoso, suggestivo, geniale: tutto questo è «Synecdoche, New York», uno dei lungometraggi più originali degli ultimi anni, che mescola realtà e finzione, pensieri interiori e rappresentazione teatrali.
Kaufman vola molto alto, finendo anche per fare rovinose cadute, dando vita a un complesso puzzle narrativo che non lascerà indifferenti.
Strepitosa prova di Philip Seymour Hoffman, supportato da un gruppo di attori di contorno (da Jennifer Jason Leigh a Catherine Keener) in ottima forma.
Infine, da segnalare il deludente «Tutte contro lui» di Nick Cassavetes. La pellicola vede Cameron Diaz nel ruolo di Carly, donna avvenente che inizia una relazione con Mark: l'uomo, però, è già sposato con Kate e ha anche una seconda amante più giovane, Amber.
Le tre, scoperta la verità, si uniranno per vendicarsi contro di lui.

Scritto dall'esordiente (e si vede) Melissa Stack, «Tutte contro lui» è un prodotto incapace di divertire e intrattenere come vorrebbe.
Sempre più scontato e prevedibile col passare dei minuti, provoca più sbadigli che sorrisi anche a causa di una regia più adatta a una sitcom televisiva che a un lungometraggio per il grande schermo.
Nella parte di Amber, la modella Kate Upton è decisamente più bella che brava.

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