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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2014 alle ore 08:14.

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Perché Mesmer? Perché occuparsi di un medico che ebbe successo a Parigi negli anni precedenti la rivoluzione, nonostante i suoi metodi fossero stati messi al bando dalla medicina e dalla scienza ufficiale? Solo interesse storico? Oppure una lezione ancora oggi attuale su metodi di cura non basati su prove scientifiche?
Franz Anton Mesmer (1734-1815) era nato in Svevia, ma sentendosi incompreso nella sua terra natale si era trasferito a Parigi nel 1778. L'anno successivo pubblicava a Ginevra una Mémoire sur la découverte du magnetisme animal. Sosteneva di aver scoperto l'esistenza in natura di un fluido vitale che veniva potenziato dai magneti e che aveva straordinari effetti curativi. Il suo pensiero era stato influenzato probabilmente dai lavori di Volta e Galvani e dal successo dell'elettro-fisiologia e dagli studi dell'abate Bertholon, suo coetaneo, sull'influenza del fluido elettrico sul corpo umano. Idee che risalivano a un'antica corrente di pensiero, quella dell'etere universale.
Si era laureato in medicina a Vienna con una tesi sull'influsso dei pianeti sui fenomeni fisiologici e patologici. Anche questa, una concezione fortemente radicata nella tradizione medica fin dal Medio Evo. Una teoria che all'epoca di Mesmer non doveva poi sembrare così strana, se si pensa alla fisica newtoniana trionfante che sosteneva l'interazione dei corpi e dei pianeti che si mantenevano reciprocamente in equilibrio grazie a una forza misteriosa: la gravità.
Il magnetismo naturale, conosciuto fin dall'Antichità, era stato adoperato da Paracelso per la cura con magneti di piaghe e ferite, e all'inizio del Seicento da un altro tedesco Rudolph Goclenius, autore di un Tractatus de magnetica curatione vulnerum.
Il famoso chimico e medico fiammingo Van Helmont (1580-1644) aveva sostenuto, oltre alla generazione spontanea, che l'influenza invisibile del magnetismo era un agente spirituale più che materiale che pervadeva e faceva vibrare l'intero universo. Fra le fonti di Mesmer non possiamo dimenticare il gesuita Athanasius Kircher e il suo Magnes, sive de arte magnetica del 1643. Né infine il discorso sulla polvere di simpatia pubblicato nel 1658 dal cavalier Kenelm Digby, uno stravagante inglese, filosofo, botanico e poeta, amico di Descartes. Un secolo dopo, Mesmer crea un metodo di cura che ottiene un enorme successo. Nel suo lussuoso studio parigino pazienti si immergono in grandi recipienti di legno – i famosi baquets – con acqua acidulata e limatura di metallo, afferrano alcune sbarre di ferro e creano della catene magnetiche. È un gran successo nell'alta società. Uomini e donne fanno ricorso alle sue cure per ogni sorta di disturbi. Qualche dama cade in trance, è una vera febbre magnetica... Scoppia anche uno scandalo dalle tinte sessuali...

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