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Immigrati d'Italia, sorpasso in atto nella fascia giovane

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 09:36.
L'ultima modifica è del 14 giugno 2010 alle ore 09:36.

Nel corso del 2009 la dinamica della popolazione italiana, diversamente da quella del Pil (di cui è noto il calo nell'ordine del 5%), sembra non aver significativamente risentito dei venti di crisi. Secondo il bilancio anagrafico presentato dall'Istat la crescita dei residenti è stata di 295 mila unità (+4,9 per 1000) ed è avvenuta esclusivamente grazie al contributo della componente straniera, il cui apporto netto ha largamente compensato un saldo naturale (negativo per il terzo anno consecutivo) caratterizzato da un surplus di circa 20 mila decessi.

Prendendo atto che, ancora una volta, sono stati gli "aiuti esterni" a garantire vitalità demografica al nostro paese, vale tuttavia la pena di sottolineare la riduzione di questo contributo: i dati del 2009 indicano infatti 90mila iscritti dall'estero in meno rispetto all'anno precedente (443mila a fronte dei 535 mila del 2008). Un rallentamento in buona parte riconducibile al calo delle iscrizioni in anagrafe dei cittadini rumeni, passati dai 342 mila residenti in più del 2007 ai +171 mila del 2008 sino all'incremento di "solo" 157 mila unità nel 2009.

Complessivamente il saldo delle iscrizioni anagrafiche da e verso l'estero nel 2009 è stato positivo per 362 mila unità, un risultato che però deriva da un +374 mila per la componente straniera e da un -12 mila per quella di nazionalità italiana. In ultima analisi il "popolo di emigranti" che sta in noi sembra lentamente riemergere, ma lo fa con numeri (-45mila unità complessivamente nell'ultimo quinquennio) e connotati ben diversi dal passato. Ad esempio, è interessante notare come in corrispondenza delle età che vanno dal 25esimo al 30esimo compleanno - verosimilmente riferibili a soggetti che hanno appena completato il percorso di formazione- il saldo anagrafico con l'estero relativo unicamente ai residenti con cittadinanza italiana sia risultato costantemente negativo.

In sostanza i dati più recenti mostrano come in questa fascia di età sia in atto uno scambio interno alla popolazione in possesso della cittadinanza italiana, vale a dire: il surplus di cancellazioni per l'estero dei giovani "italiani dalla nascita", tende ad essere compensato dal contributo fornito (specie per la componente femminile) dai giovani immigrati "divenuti italiani" per naturalizzazione o, più spesso, per matrimonio.

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Tags Correlati: Demografia | Ismu | Istat | Università degli studi di Milano Bicocca

 

Quanto poi alla dinamica della natalità il bilancio anagrafico dell'Istat segnala nel 2009 una frequenza di 569mila casi, a fronte dei 577mila dell'anno prima e a conclusione di un ciclo di costante crescita avviato a partire dal 2005. L'adattamento degli stranieri al nostro modello di bassa fecondità - documentato dal rapido passaggio dai 2,5 figli in media per donna nel 2006 ai poco più di 2 nel 2009 - sembra dunque prevalere sia sull'effetto natalità dovuto alla crescita numerica della popolazione immigrata, sia sul progressivo aumento delle presenze di tipo familiare.

Sul fronte della mobilità interna va segnalato come i dati del 2009 attribuiscano agli stranieri una vivacità superiore alla media: essi rappresentano il 7% dei residenti in Italia, ma detengono una quota del 16% del totale dei movimenti entro il territorio nazionale. Tale percentuale si eleva al 20% in corrispondenza del Centro-Nord, dove la densità degli stranieri è nell'ordine del 9-10%, mentre si ferma al 7% nel Mezzogiorno (in cui la densità è del 2-3%). In conclusione, anche nel 2009 i saldi che esprimono la mobilità interna degli stranieri confermano, da un lato, l'effetto richiamo esercitato dalle regioni del Nord Italia, dall'altro i saldi netti in uscita da quelle del Mezzogiorno.

Fondazione Ismu
Università Milano Bicocca


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