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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2011 alle ore 06:40.
Ogni mese le famiglie italiane per far fronte alle proprie spese devono lavorare poco più di 19 giorni. Altri otto se ne vanno per pagare imposte e contributi. Infine, quasi tre ne restano per mettere da parte i guadagni realizzati.
Se però si pensa che tre anni fa, nel 2008 all'inizio della grande recessione, il tempo dedicato al risparmio era pari a poco più di due ore e mezza al mese, si capisce come le famiglie italiane stiano cercando, lentamente e faticosamente, di uscire dalla spirale della crisi.
Considerando un arco di tempo annuale, nel 2010 le famiglie hanno lavorato 229 giorni per acquistare beni e servizi di consumo, 102 per pagare imposte e contributi e 34 per risparmiare.
Il calcolo riguarda una coppia di genitori, entrambi percettori di reddito e lavoratori dipendenti con due figli a carico, che ha ovviamente conservato il proprio impiego e quindi non è stata toccata dalla crisi. Questa famiglia-tipo l'anno scorso ha dovuto "sudare" in media fino al 27 novembre e solo dal giorno successivo ha avuto la possibilità di mettere da parte un po' dei frutti della propria fatica.
Se invece consideriamo una famiglia composta sempre da entrambi i genitori che lavorano ma con un solo figlio a carico, nel 2010 sono stati 231 i giorni di lavoro necessari per acquistare beni e servizi di consumo (dall'abbigliamento agli alimentari, dal tempo libero all'arredamento), 104 quelli per pagare le tasse e 29 i giorni che è stato possibile dedicare al risparmio.
In entrambe le situazioni familiari nel 2010 rispetto all'anno precedente sono diminuiti i giorni di lavoro per l'acquisto di generi di consumo (1,5 in meno), leggermente aumentati quelli relativi al pagamento di imposte e contributi, mentre sono cresciuti i giorni di lavoro il cui guadagno è stato risparmiato.
A calcolare il "Calendario 2010 della spesa familiare" è una ricerca realizzata dal Sole 24 Ore/Centro Studi Sintesi, utilizzando le medie Istat. Le retribuzioni da un anno all'altro sono cresciute del 2,2%, variazione della media degli indici di rivalutazione contrattuale Istat nei primi dieci mesi del 2010 rispetto alla media dei primi dieci del 2009, mentre l'inflazione - la media della variazione dell'indice Nic nei primi 10 mesi del 2010 rispetto al corrispondente periodo del 2009 - è stata leggermente inferiore, pari all'1,5 per cento.