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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 07:51.

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Un'Europa più protagonista, capace di ritrovare la fiducia, concentrata sulla crescita oltre che sul contenimento dei conti pubblici. Si è sempre definita europeista Emma Marcegaglia e lo è anche quando chiede alla Ue di «ripensare se stessa, per non diventare marginale in un mondo che cambia velocemente» e di reagire alle «grandi discontinuità strategiche» in atto.

«Servono più liberalizzazioni, una maggiore apertura del mercato, che sarebbe un booster per la crescita, con le riforme a costo zero al centro dell'attenzione». Bisogna evitare che con la crisi i paesi Ue cedano alla tentazione di «chiudersi in se stessi, creando barriere. Sarebbe un ritorno all'Europa della paura». Ma la presidente di Confindustria solleva anche un'altra questione che riguarda la governance europea: «È vero che la Germania ha una leadership chiara, noi imprenditori la consideriamo il nostro benchmark. Una germanizzazione della Ue e un direttorio franco-tedesco non sono però una buona scelta». Piuttosto «bisogna dare più spazio alle istituzioni comunitarie, che devono diventare sempre più forti, coinvolgendo i paesi meno competitivi che sono parte integrante dell'Europa».

Accanto a sé, diretto destinatario delle sue parole, la Marcegaglia ha il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso: la Luiss, l'università di Confindustria di cui la Marcegaglia è presidente, lo ha insignito della laurea honoris causa in giurisprudenza. Una scelta che testimonia non solo l'indirizzo internazionale dell'ateneo romano, ma soprattutto la sintonia con i valori che Barroso persegue nel suo ruolo e che ha ripetuto ieri nella Lectio magistralis, di fronte ai professori e al rettore della Luiss, Massimo Egidi: maggiore coordinamento europeo; un modello di crescita basato sull'economia di mercato sociale; la creazione di un mercato unico vero e proprio dal quale, ha ammesso Barroso, siamo lontani, la considerazione della Ue come un «progetto politico» che si fonda su valori come libertà, crescita, dignità umana.

«Le parole dette dal presidente della Commissione sono il credo di Confindustria e della Luiss», ha sottolineato la Marcegaglia, che ha individuato proprio nella tappe della vita di Barroso il ruolo della Ue come «patto per la pace»: è nato in Portogallo, in un periodo in cui il paese era ancora sotto un regime autoritario, ora stato democratico e membro dell'Europa. Inevitabile il riferimento al Nord Africa: «La Ue deve aver un ruolo fondamentale non solo nell'emergenza o nella gestione dei flussi migratori: deve contribuire ad un processo di libertà e democrazia con un progetto politico-economico». E soprattutto «parlare con una voce unica, altrimenti nella politica estera il suo ruolo è depotenziato».

È sulla crescita che la Marcegaglia si sofferma di più: bene la «fiscal consolidation», sottolineando in una nota nel pomeriggio che «Confindustria è da sempre favorevole a un maggiore coordinamento delle politiche economiche tra Stati Ue». Ma «Italia ed Europa non possono crescere così poco, non c'è contrapposizione tra il necessario controllo del deficit e lo sviluppo». Ed ha anche rilanciato le parole di Barroso, che ha giudicato sbagliati i tagli alla scuola, università e ricerca: «Bene la riforma Gelmini, ma dobbiamo fare di più, sono i campi in cui bisogna continuare ad investire, governo nazionale e privati».

Una chance importante è una maggiore apertura del mercato unico: «Abbiamo fatto molti passi avanti, ma non abbastanza». Servono liberalizzazioni, riforme a costo zero, meno burocrazia, più produttività: «La Ue deve muoversi su questa strada e spingere i singoli paesi ad andare avanti. Tra Ue e Usa e i paesi asiatici c'è ancora un forte gap su ricerca e mercato». Scelte che Barroso ieri ha annunciato: a luglio ci sarà un'azione della Commissione sul mercato unico.

Dopo la cerimonia alla Luiss, Barroso e la Marcegaglia hanno avuto un incontro riservato, presente anche il vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, per discutere alcuni temi dell'agenda Ue: governance economica, Small Business Act, politica sugli investimenti esteri, clima. Sullo Small Business Act Confindustria ha ribadito la necessità di rimuovere gli ostacoli che rallentano l'attività delle imprese. Sugli investimenti esteri, la Marcegaglia ha sollecitato una politica improntata sulla reciprocità con le grandi economie emergenti. Sul clima, ha ribadito l'obiezione a un passaggio unilaterale al 30% di riduzione di Co2 nel 2020.

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