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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2011 alle ore 08:01.
«Coinvolgere i creditori privati nel rollover del debito greco, siano essi banche, hedge funds, o fondi, è un buon principio generale», dice Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che quest'anno compie 50 anni di vita. Gurria celebrerà l'anniversario in Italia partecipando lunedì 4 luglio a Roma alla sesta edizione di East Forum, un convegno intitolato «Una crescita competitiva per una migliore occupazione. Politiche, soluzioni e strategie per promuovere lo sviluppo e l'occupazione», organizzato da UniCredit con la rivista East.
Quali sono gli elementi di positività del coinvolgimento dei privati nel salvataggio greco?
L'estensione delle scadenze del debito dà più tempo al Paese perché così il problema della liquidità non si trasforma in insolvenza e, secondo motivo, perché le riforme strutturali varate dal governo Papandreou hanno bisogno di tempo per esplicare i loro benefici effetti. Inoltre la partecipazione dei creditori privati nel rinnovo del debito greco toglie pressione sul fatto che oggi sono soprattutto i contribuenti europei a pagare gli sforzi del salvataggio. Infine è importante specificare che la partecipazione dei creditori privati al rollover non è una soluzione francese, tedesca o del Fondo monetario internazionale, ma è una buona idea in sé, un principio corretto.
Cosa pensa della situazione in Italia. I mercati sono molto volatili in questi giorni?
I mercati sono volatili in tutto il mondo. C'è una turbolenza generale che impatta su tutti. L'Italia ha fatto bene i suoi compiti, ha preso le decisioni corrette e fatto le riforme opportune. La situazione italiana in generale è migliore di altri Paesi. Sono soddisfatto del lavoro fatto dall'Italia in campo pensionistico, del mercato del lavoro, della tenuta del sistema bancario e dei conti pubblici, tenendo soprattutto sotto controllo il fabbisogno che è più modesto di altri Paesi. Certo, il debito che era stato ridotto è aumentato di nuovo a causa della crisi. Inoltre non va dimenticato che l'Italia ha una forte capacità di risparmio interna a differenza di altri partner.
La crisi finanziaria è finita?
La crisi globale non è affatto finita, ha solo cambiato faccia: da finanziaria è diventata sociale con l'aumento della disoccupazione soprattutto giovanile. Rischiamo di perdere una generazione intera di giovani a cui abbiamo detto di studiare più a lungo e a cui oggi non sappiamo offrire un'occupazione. Ora dobbiamo consolidare il debito e recuperare la crescita.
Qual è il futuro dell'Ocse? Missione conclusa?
No, i prossimi 50 anni saranno dinamici e di grande trasformazione con un maggior coinvolgimento dei Paesi emergenti all'interno dell'organizzazione sia con il loro ingresso diretto sia con una maggiore collaborazione.
V.D.R.
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