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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2011 alle ore 07:46.
Un pacchetto di misure che vale 15 miliardi, da ottenere attraverso una serie di interventi che spaziano dall'aumento di un punto dell'aliquota ordinaria Iva del 20% al rafforzamento delle misure antievasione, dall'attuazione di un «grande piano di privatizzazioni e liberalizzazioni» al superamento delle pensioni di anzianità, con contestuale elevazione già dal 2012 dell'età pensionabile delle donne del settore privato. Si conseguirebbero in tal modo risparmi a regime con «effetti molto rilevanti» per la finanza pubblica, aprendo così lo spazio per incentivare l'occupazione e lo sviluppo e «riducendo gradualmente il cuneo contributivo e fiscale su lavoratori e imprese».
Il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli, ha esposto ieri alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato la ricetta dell'organizzazione degli imprenditori per modificare la manovra aggiuntiva in discussione a palazzo Madama, così da renderla «più credibile» rafforzando al tempo stesso le misure a sostegno della crescita. La premessa è che la solidità dei conti pubblici va accompagnata con misure concrete proprio per sostenere lo sviluppo. «Diamo atto al governo di aver avuto la forza di reagire proponendo una manovra aggiuntiva molto complessa, sia pure a seguito del forte richiamo del 5 agosto da parte della Bce». Lo spread sui titoli italiani resta però ancora elevato, attorno ai 290 punti base, segno che i rischi per il nostro paese «rimangono ancora elevati».
Gli interventi proposti da Confindustria partono dalla constatazione che i costi della politica e degli apparati amministrativi vanno affrontati «con maggiore determinazione». E dunque il dispositivo introdotto nel decreto, che alla scadenza del mandato amministrativo in corso prevede la soppressione delle province con popolazione inferiore o uguale a 300mila abitanti, andrebbe rafforzato attraverso l'abolizione tout court delle province. In attesa della necessaria riforma costituzionale, si potrebbe procedere alla soppressione del criterio dell'estensione territoriale, e all'eliminazione delle province nella cui circoscrizione siano presenti città metropolitane.
Per quel che riguarda la lotta all'evasione, la soglia dei 2.500 euro per i trasferimenti in contante andrebbe ridotta a 500 euro. Occorre puntare al tempo stesso sul rafforzamento dei meccanismi di accertamento della situazione patrimoniale complessiva del contribuente, da inserire nella dichiarazione dei redditi. Andrebbe contestualmente accelerata l'approvazione dei provvedimenti inseriti nel disegno di legge delega fiscale e assistenziale, con l'obiettivo di eliminare abusi e ridurre le agevolazioni. L'aumento di un punto dell'Iva, dal 20 al 21%, propizierebbe un maggior gettito di 3,7 miliardi: le relative risorse compenserebbero la soppressione della «Robin tax» sul settore energetico. La tassazione aggiuntiva Irpef del 5% sui redditi che superano i 90mila euro annui e del 10% oltre i 150mila euro è giudicata dalla Confindustria «profondamente ingiusta perché incide solo su coloro che dichiarano tutti i propri redditi». Meno iniqua sarebbe un'imposta ordinaria progressiva sui grandi patrimoni immobiliari. Quanto alla previdenza, a regime - ha osservato Galli - l'anticipo del pensionamento dovrebbe essere consentito solo per coloro in possesso di 40 anni di anzianità contributiva.
Sull'articolo 8 del decreto (sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità), la posizione di Confindustria è che la finalità della norma tenda a «favorire lo sviluppo e la diffusione della contrattazione di secondo livello, in coerenza con quanto Confindustria ha concordato con le organizzazioni sindacali nell'accordo interconfederale del 28 giugno». Sul tema della rappresentanza, Galli ha chiarito che la posizione di Confindustria è che «non vi sia una non coerenza con l'accordo stesso».
Per Rete Imprese, la manovra presenta diverse criticità, tra cui la mancanza di spinta alla crescita. Invece di intervenire sull'Iva, sarebbe preferibile la tassazione progressiva sui grandi patrimoni.
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