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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2012 alle ore 07:00.

La Toscana è stata per il suo capitale sociale nave pilota dei distretti. E il distretto non tiene più. A volte si fa fantasma pratese e allegoria cinese come a Prato. Oltre alle reti di prossimità servono reti lunghe di simultaneità. Le stesse dei mercanti che fecero banca. La rete Ribes, un settore d'avanguardia, ma ciò che colpisce è che, partendo dall'Italia di mezzo, sei imprese toscane, sei della prossima Liguria, una di Verona, una di Lecco e una di Battipaglia, abbiano costruito una rete trans regionale per competere nel mondo: 600 milioni di euro di fatturato con 2.500 addetti. La maggior parte nuovi saperi e tecnici specializzati.
La tradizione e la discontinuità segnano la strategia regionale. Con reti più leggere come quelle della creatività e del design, ma pesanti nel solco dell'artigianìa borghigiana e diffusa. Che fa di Firenze e delle poliarchiche città toscane le icone del made in Italy. Ha prodotto marchi leader nella filiera della moda che si riposizionano nella competizione globale. L'essere un brand territoriale è un patrimonio in sé. Che ha indotto il malefico dubbio di poter campare di rendita di posizione. Ha indotto la dissolvenza dei distretti, la vendita e la ristrutturazione dei casali e il mangiare territorio con improbabili villette a schiera, senza capire che nell'economia del moderno il paesaggio è una risorsa. Innescando un fenomeno che l'Irpet, mitico accompagnatore dei distretti, ha definito di "deindustrializzazione precoce".
Su questo tessuto già provato, stanco e un po' disorientato, è arrivata la crisi. Si risponde con strategie regionali di freno e accelerazione usando risorse scarse. Con un'attenzione alla frattura sociale, allo smarrirsi e tenersi per mano per fare società. Nel 2009-2010 si è ingigantito il fenomeno dei Neet (Not in Education, Employment or Training) aumentati di 12.000 unità, cioè il 15,5% della popolazione giovanile. La sfida della crisi sta nel ripartire da quell'orgoglio, da quella specificità di territorio da noi raccontata. Tenendo assieme l'idea delle tre regioni dell'Italia di mezzo e la nuova questione sociale. Che non è compito solo delle Misericordie. Ma di tutti quelli che stanno in mezzo: l'impresa in rete, nei distretti, nei circuiti della creatività, la soft economy delle tre T (Tradizione, Terra, Turismo), i comuni leader e i borghi. Si può guardare al futuro. Non dimentichiamo che qui è nato il Rinascimento, che oggi chiamiamo metamorfosi.
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