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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 16:01.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:30.
Ci sono anche diversi settori pronti per un miglioramento a livello di produttività. Nel comparto edile, altamente informale, la produttività è 31% inferiore ai livelli dei 15 Paesi Ue. La produttività è bassa anche nell’agricoltura, a causa della predominanza di piccole aziende agricole che non sono altamente meccanizzate. Aprire il settore agricolo agli investimenti esteri aiuterebbe ad aumentare le dimensioni medie delle aziende agricole e introdurrebbe più metodi moderni.
I settori network, come le aziende elettriche e i sistemi ferroviari, sono stati in parte privatizzati nella maggior parte della regione. Aprirli ancora di più alla concorrenza e agli incentivi di mercato contribuirebbe ad aumentare la produttività in questi settori.
Per ridurre il ricorso ai prestiti per i consumi e i cambiamenti inaspettati dei flussi in entrata degli Ide, i tassi di risparmio domestici della regione devono essere aumentati a fronte di un incremento della domanda. La riforma pensionistica e un ulteriore sviluppo dei mercati finanziari aiuterebbero.
Implementare le componenti di questo modello di crescita per l’Europa centrale e orientale richiederà altre riforme finalizzate a semplificare le condizioni imprenditoriali e a rafforzare le tutele per gli investitori. Le economie della regione dovrebbero altresì investire in modo più massiccio nelle infrastrutture e affrontare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione, che potrebbe tagliare lo 0,7% dai tassi di crescita annui nel prossimo decennio. Inserire più donne nella forza lavoro sarebbe un modo per far salire la partecipazione lavorativa ai livelli dei 15 Paesi Ue ed evitare un aumento dei tassi di dipendenza.
L’Europa centrale e orientale sarà inevitabilmente sotto i riflettori internazionali quest’anno. Il 25° anniversario dalla caduta della cortina di ferro e il 10° anniversario dall’accesso all’Ue di Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Slovenia forniscono alla regione l’opportunità di mettere in mostra i progressi fatti nell’ultimo quarto di secolo. Ma realizzare il considerevole potenziale della regione per conseguire ulteriori risultati richiederà un nuovo approccio alla crescita.
Traduzione di Simona Polverino
Martin N. Baily, a capo del Consiglio dei consulenti economici durante il mandato di Bill Clinton, è presidente del dipartimento Economic Policy Development presso il Brookings Institution. Pål Erik Sjåtil è managing partner per Est Europa, Cis, Medio Oriente e Africa presso McKinsey.
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