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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2014 alle ore 14:19.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:30.

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NEW YORK – Pensiamo a ciò che è accaduto nel mondo lo scorso mese. L’ondata di caldo in Australia ha riempito le pagine dei giornali quando la temperatura toccando i 45° Celsius ha ostacolato gli Australian Open di tennis. L’estrema siccità della California ha costretto il governatore a dichiarare lo stato di emergenza. Le massicce inondazioni in Indonesia hanno causato decine di morti e migliaia di sfollati. La nube di smog causata dal carbone a Pechino ha indotto la popolazione a rimanere in casa, chiudere le autostrade e sospendere i voli aerei. Tali eventi sono ammonimenti quotidiani al mondo: svegliati prima che sia troppo tardi.

Siamo entrati nell’. O facciamo pace con il pianeta o distruggeremo la prosperità faticosamente guadagnata. La scelta sembra ovvia, ma le nostre azioni parlano più forte delle parole. L’umanità continua su un percorso di rovina, guidato dalla brama di avere tutto e subito e dall’ignoranza.

Gran parte della crisi ambientale globale (anche se non tutta) deriva dal sistema energetico basato sui combustibili fossili del mondo. Oltre l’80% di tutta l’energia primaria del mondo . Quando questi combustibili fossili vengono bruciati, emettono biossido di carbonio, che cambia il clima della Terra. La fisica di base è nota da oltre un secolo.

Sfortunatamente, alcune compagnie petrolifere (ExxonMobil e Koch Industries sono le più note) hanno concentrato enormi risorse seminando confusione anche dove vi è un chiaro consenso scientifico. Ma per salvare il pianeta e preservare l’offerta di generi alimentari del mondo e il benessere della futura generazione, non c’è alternativa se non quella di passare a un nuovo sistema energetico a basso contenuto di carbonio.

Ci sono tre fasi verso questa transizione. La prima è una migliore efficienza energetica, che significa utilizzare meno energia per raggiungere lo stesso livello di benessere. Potremmo, ad esempio, realizzare edifici sfruttando la luce solare e la circolazione dell’aria naturale così da richiedere meno energia commerciale per il riscaldamento, il raffrescamento e la ventilazione.

La seconda prevede di passare all’energia solare, eolica, idrica, nucleare, geotermica e ad altre forme energetiche che non si basano sui combustibili fossili. La tecnologia esiste per utilizzare queste alternative in modo sicuro, affidabile e su una scala abbastanza vasta da sostituire quasi tutto il carbonio e gran parte del petrolio che utilizziamo oggi. Solo il gas naturale (il combustibile fossile più pulito) resterebbe una fonte significativa di energia per la metà del secolo.

Infine, fino a quando continueremo ad affidarci ai combustibili fossili, dovremo catturare le emissioni di CO2 derivanti dalle centrali nucleari prima che finiscano nell’atmosfera. L’anidride carbonica catturata sarebbe poi iniettata sottoterra o sotto il suolo dell’oceano per uno stoccaggio sicuro a lungo termine. Il processo di cattura e trasporto del carbonio (CCS) viene già impiegato con successo in scala molto ridotta (soprattutto per aumentare la ripresa petrolifera in pozzi esauriti). Se (e solo se) risultasse efficace su larga scala, i Paesi dipendenti dal carbone come Cina, India e Stati Uniti potrebbero continuare a usare le proprie riserve.

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